lui ed io, <3

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Princeton818;
view post Posted on 12/1/2009, 14:25




è una storia d'amore..non l'ho ancora finita..

SPOILER (click to view)
1 capitolo
STRATEGIA
Io ho un segreto. Sono innamorata. Ma questo è un amore proibito.
Mi chiamo Veronica e ho quindici anni. Vengo da Seattle e quindi, sono americana!
L’America, già bel posto...
Sono una ragazza normale, gli altri mi considerano anche bella. Ma io soffro..soffro sempre.
Amo un ragazzo e voi penserete: che c’è di male?
È mio fratello.
Si chiama Chad. É un ragazzo bellissimo. Alto. Muscoloso. Biondo e ha due anni in più di me.
Non lo amo da sempre.
È iniziato tutto quando un giorno mi ero tagliata.
Avevo dodici anni. Stavo giocando con i ragazzini del vicinato e correvo. Mi sono tagliata con un pezzo di vetro che si trovava lì a terra. Iniziai piangere mentre il sangue mi colava dalla gamba.
Mio fratello mi aveva sentito ed era corso da me. Mi aveva guardata negli occhi. Che belli i suoi occhi marrone chiaro.
Stavo piangendo come una disperata se si può dire e lui strappò un pezzo della maglietta che aveva addosso, oltretutto la sua preferita, e lo aveva legato attorno alla mia ferita. Mi aveva presa in braccio e portata velocemente in casa.
Lì avvenne la scintilla. Smisi di piangere, di scatto. Lo stavo fissando mentre mi disinfettava.
Bruciava ma non volevo piangere ancora.
-Che è successo? Non piangi più? – mi disse.
No! – risposi. Mi prendeva sempre per una bambina piccola.
Dai, scherzavo sciocchina.-
Mi accarezzò, non lo aveva mai fatto. Le mie guance diventarono rosse, non sapevo il motivo.
Pensavo : è mio fratello! Che mi succede?
Mi girai per non far vedere a Chad che le mie guance scottavano.
Da quel momento iniziai a non considerarlo più come un fratello, ma come un uomo.

Ogni giorno mi innamoravo sempre di più. Della sua voce calda, stupenda. Del suo corpo, del suo viso.
Da quell’avvenimento sono passati tre anni ed ora non ce la faccio più. Devo confessare i miei sentimenti a lui.
Ho pensato a lungo alle conseguenze...cosa avrei fatto se i miei genitori fossero venuti a sapere?
A parte questo, avevo pianificato tutto.
Fra pochi giorni, i miei sarebbero partiti per una settimana, sarebbero andati in Italia e io avrei approfittato della loro assenza per confessare i miei sentimenti al mio amore.
Una vacanza che si meritavano, visto che non viaggiavano mai.
All’inizio mi ero arrabbiata.
Quando io avevo detto:
“Perchè non veniamo anche noi due?”
“Desideriamo fare un viaggio da soli, se non ti dispiace.”- mi dissero.
“Bene! Allora ciao!”.
Non ho un bel rapporto con loro, litighiamo sempre e ogni volta sembra che la faccenda sia sempre più seria.
Non riesco più a sopportarli. Vorrei fuggire di casa qualche volta, ma poi penso a Chad e cambio idea.
Quindi con tutta la mia forza avrei dovuto dirglielo. Sono timida e non sarebbe stato per niente facile.
Soprattutto con lui, visto che era mio fratello.

Mi trovavo in macchina. Stavo tornando a casa dopo una giornata da Elisabeth, la mia migliore amica.
Lei sapeva tutto, ma potevo fidarmi.
-“Mamma puoi togliere quella musica da vecchi, per piacere?”
Ascoltare musica del paleolitico in auto era normale per lei.
“No. Smettila Veronica.”– mi disse.
Oh eravamo arrivate a casa finalmente.
“Ciao Vero!” – una voce inconfondibile.
Mi girai era Chad.
“Ciao!”- e corsi via.
Non è più la stessa cosa da quando sono innamorata di lui. Non riesco a instaurare una conversazione per più di due minuti che divento rossa e devo correre in camera.
“Ti prego Dio! Aiutami!” e iniziai a piangere..finiva sempre così
Io lo amavo, lui non lo sapeva.
Lui ed io saremo stati insieme. Me lo promisi!

2 RIVELAZIONI

Quella mattina mi svegliai di buon umore.
Il raggi del sole entravano dalla finestra e formavano strani disegni.
Andai in bagno, mi feci una doccia calda, e andai in cucina. Lì c’era lui.
Avevo notato che si era appena svegliato. Era tutto spettinato, ma la sua bellezza rimaneva.
Quando ami una persona, non noti i suoi difetti, ma solo i suoi pregi e pensi che sia il migliore.
Mi vide.
< Vero!>, un cenno della testa.
Non era proprio di buon umore al mattino. Ma lo sopportavo lo stesso.
<ciao…>. E per fortuna che ero presentabile.
<vuoi un bicchiere di succo di frutta?> mi chiese.
<si…grazie>. Gli porsi un sorriso anche troppo gioioso pensai.
Quando mi passo il bicchiere le nostre dita si toccarono.
<oh!>. Perché ho detto Oh! Mamma mia!!!
Lui mi guardò perplesso…gli risposi : “niente!” e andai di corsa in camera.

“stupida! Stupida, stupida, stupida!”.
Iniziai a tirare testate al muro, quando facevo queste sciocchezze reagivo così.
Sentii bussare alla porta e poi la mia adorata voce.
“Vero….tutto bene?”. Sembrava preoccupato..
Non volevo rispondergli. Avrebbe sentito che stavo piangendo..e non volevo.
“Veronica rispondimi perché altrimenti apro!” disse. “Che cavolo hai? Sei strana da un po’ di tempo..me ne sono accorto..per favore apri!”
……NON volevo!
“Apro!”.
Così fece e mi vide…con i goccioloni agli occhi.
“Vero..cos’hai?”.
“N..niente…”
“Ma come niente, scema! Guarda che ho visto che stai piangendo.”
“Non puoi capire! Non senti cosa provo tu. E forse non lo saprai mai! Mi ridurrò a piangere per sempre..” – dissi singhiozzando.
“Per piacere dimmi cos’hai.” Si avvicinò al mio viso. Era vicinissimo e io feci lo sbaglio.
“lo” perché è quello che ha fatto scattare tutto.
Le mie labbra toccarono le sue. Sentii la sua sorpresa ma non me ne importava.
La mia lingua toccò la sua e, sbalordita, non mi respinse, ma iniziò a baciarmi anche lui.
Lo avvicinai a me con la mano e lui iniziò a toccarmi.
Perché?- pensai. Perché reagisce così!
“Siamo a casa!”. Sentimmo i nostri genitori rientrare. Non sapevo nemmeno dove erano andati.
Si allontanò, e vidi il suo viso. Non sembrava pentito, ma più spaventato e….felice.
Stava per andarsene senza parlarmi quando gli presi la mano e gli dissi a bassa voce: “Chad, non pensavo che il giorno in cui sarebbe accaduto fosse così vicino..ma ormai te lo devo dire”. Mi fermai un attimo per vedere le sue reazioni. Ma niente. Mi stava ascoltando sul serio.
“Ti amo”. Guardai il lenzuolo del mio letto e iniziai a piangere, parlando, quindi non sapevo quanto avrebbe capito.
“Ti amo! Lo capisci? Ecco il mio comportamento nei tuoi confronti. Non sono più riuscita ad essere me stessa quando c’eri tu con me. Vorrei che potessimo stare assieme. Ma so anche che..
Non è possibile. Lo so! Non sai quanto me lo sono ripetuta, per dimenticarti! Ma sei mio fratello dannazione! Ti vedo ogni giorno! Non sai quanto soffro!” – iniziai a piangere silenziosamente, senza farmi sentire dai miei.
Stavo aspettando una sua reazione.
“Vero io….”- voleva dire qualcosa ma non ci riusciva.
“Ragazzi! Ci siete?” – era la voce di mia madre, preoccupata..
“si siamo qua mamma!” – rispose Chad.
Poi mi riguardò. Seguii la sua mano che si stava spostando verso il mio viso. Mi accarezzò dolcemente, come mai aveva fatto.
E a bassa voce mi disse: “ Qui non si può, ti aspetto oggi alle 5.00 alla casetta sulla spiaggia”. Non mi diede il tempo di rispondere che, baciandomi la fronte, se ne andò.
Penso che rimasi a bocca aperta per un’ora.




3 LA CASETTA SULLA SPIAGGIA

Mancavano esattamente cinque ore alle 5. Ero spaventatissima. Cosa mai avrebbe dovuto dirmi mio fratello? Pensai a due possibilità, o mi avrebbe detto che anche lui mi amava, cosa a cui non credevo molto…oppure che non avremmo mai potuto stare assieme.
“Quella è la soluzione”-parlai ad alta voce. Ero ancora chiusa in camera mia.
Decisi di chiamare Elisabeth. Dovevo raccontargli assolutamente tutto.
Presi il telefono e composi il suo numero. Fortunatamente rispose lei.
“Pronto?”
“Ciao Elisabeth, sono Vero”-stavo giocando con il filo del telefono..non sapevo come dirglielo e mi feci coraggio. “L’ho baciato”
“Chi?!”
Non risposi. Era ovvio, aspettai che ci arrivasse.
“O mio dio Vero! Ma stai scherzando? Com’è successo? Dov’eravate? Oddio oddio!”
Sembrava impazzita e mi scappò un risolino.
“Calma..allora bè..non sto scherzando Eli! Eravamo in camera mia..e io mi sono..come dire..fatta forza! E l’ho baciato! E lui non mi ha respinta, mi ha baciata anche lui!
Eli ma perché!!?”
“Preoccupante. Non capisco. Mi hai detto, in passato, che lui non sembrava accorgersi dei tuoi comportamenti strani…”
“Infatti! Ho pensato a una cosa…”
“Cosa?” – dalla sua voce traspariva il suo stato d’animo, non l’avevo mai sentita così.
“E’ più bravo di me ad esprimere i suoi sentimenti, quindi li ha tenuti nascosti!”
“Be.. è possibile! E dimmi, non è successo nient’altro?”
“Ci dobbiamo incontrare alle 5 alla casetta sulla spiaggia, presente?”
“Ovvio! Oddio chissà cosa ti vorrà dir…”
Sentii un attimo di pausa.
“Vero devo andare, mia mamma mi uccide se non mi stacco dal telefono e vado a mangiare, comunque, in bocca al lupo..con tutto il cuore..ti voglio bene. Ciao”.
Un attimo prima che rispondessi aveva già messo giù.


“Veronica!”.
Sentii una voce dalla cucina. Era mio padre che mi chiamava.
“Sii?” –risposi.
“E’ pronto!”
“Ok arrivo!”.
A differenza di mia madre, con mio padre vado molto più d’accordo. Non è il solito “papà cattivo” e non è nemmeno simpatico! Ma almeno lui non mi rompe 24 ore su 24, se devo contare su qualcuno, c’è lui. Forse preferisco mio padre che lei. Di solito è il contrario.
Prima di dirigermi in cucina, andai velocemente in bagno a mettermi apposto.
“Eccomi!”. Guardai Chad e inspiegabilmente mi venne male allo stomaco.
Ah be..se vado avanti così, alle 5.00 sono morta..
Mangiammo lentamente, guardai sempre il mio piatto, per non incontrare lo sguardo di nessuno.
E non parlavo nemmeno, soprattutto con mia mamma, avrei litigato sicuramente.
“Finito”- dissi velocemente, mi alzai e andai nuovamente in camera.


Tre, tre e mezza, quattro… le ore passavano e io ero imbambolata alla televisione.
Decisi di andarmi a preparare. Andai in bagno con il mio beauty-case e accesi la piastra.
Aspettando che si scaldasse mi truccai. Perfettamente, concentrata sull’eye-liner.
Mascara, matita. Impugnai la piastra e iniziai a farmi i capelli. Quando ebbi finito, guardai l’orologio, erano le quattro e mezzo.
Indossai i miei vestiti preferiti: la maglietta dei my chemical romance e un paio di jeans che mio padre mi aveva dolcemente comprato: grigi a scacchi neri.*
Questo è il mio abbigliamento, tanti mi danno dell’ emo, ma non ascolto mai quella gente. Io sono me stessa, l’ho sempre pensato.
Dalla porta mi fermai e avvisai mia madre che sarei uscita.
Ecco. Ero fuori, fra circa un quarto d’ora avrei incontrato Chad, e avrei sentito la sua voce.
Presi la bici e mi diressi alla spiaggia; tre minuti ed ero lì.
L’adrenalina circolava sulle gambe e perciò andai velocissima.
La appoggiai alla casetta di legno.
Non so la storia di questa “abitazione”. C’è da sempre. Infatti ora è rovinata, penso che nel giro di alcuni anni, si sarebbe distrutta.
Quando scesi dalla bicicletta le gambe iniziarono a tremarmi. La sicurezza che pensavo di avere era svanita, iniziai a sudare dalla paura. Guardai l’ora. Le cinque.
Entrai nella casetta.
Non c’era molta luce, riuscivo a malapena a vedere le ombre.
“C..chad?”
“Sono qui”. Che voce melodiosa. La sentii e giuro, che stavo per svenire, avevo una paura..di quello che mi avrebbe potuto dire.
“Ehm, aspetta. Non riesco a vedere niente!” Iniziai a camminare e inciampai in qualcosa sul pavimento di legno, stavo cadendo in avanti, e quando ormai stavo pensando alla figura che stavo facendo, sentii delle braccia forti che mi presero. Le conoscevo bene, erano quelle di Chad.
Risi. “Scusa! Non sono nelle mie piene facoltà mentali in questo momento”.
Rise anche lui.
Mi accorsi della posizione in cui eravamo..praticamente avevo la testa appoggiata alla sua spalla, in braccio.
Iniziò ad accarezzarmi la testa. Io invece lo stavo annusando, senza farmi scoprire, aveva un profumo buonissimo.
“Cosa dovevi dirmi?”-chiesi, via il dente, via il dolore, pensai.
“Dopo”-rispose.
Con le mani girò la mia testa verso di lui. La mano passò al viso; mi accarezzò la guancia e poi le labbra.
Io ero immobile, sono sempre stata timida.
Si avvicinò lentamente. Io non vedevo praticamente niente, ma sentivo che si era spostato.
Le sue labbra toccarono le mie, dolcemente. Continuammo a baciarci per diversi minuti.
Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Mi baciò il collo.
Stavo per urlare di gioia. Ero felicissima. Ma cosa voleva dirmi?
Finalmente, dopo baci dolci, pieni d’amore, Chad parlò.
Stava ansimando.
“Vero, sembra quasi che i miei desideri si siano avverati”.
Lo guardai e continuai ad ascoltare.
“Quando ieri mi hai baciato e poi ti sei dichiarata, be…non ci ho più visto niente. Avevo capito che c’era qualcosa di strano nel tuo comportamento nei miei confronti..ma..questo poi..”- ormai stava parlando da solo. “Non capisci? Mi hai reso il ragazzo più felice di questa terra!”
Mi prese il mento delicatamente e si avvicinò tantissimo.
“Veronica, io ti amo”
Ero rimasta senza parole e non riuscendo a parlare, lo baciai.
Poi continuò.
“Lo sai vero che il nostro rapporto non è…giusto..”
Finalmente parlai. “Si”.
“Ecco..vedi, a me non importa tanto. Non è normale che due fratelli si amino, chissà perché è successo..ma..vedi, non posso fare a meno di te, e ora che so che mi ricambi, di certo non rinuncerò mai. Mi hai capito?”. Era decisissimo.
“Si..certo! ma cosa credi che io non pensi alla stessa cosa? Non è stato facile ignorarti…”
“Viviamo insieme questo amore proibito, Vero?”
“Ovviamente”.

4- ODIO

Era giunto il crepuscolo e dalle fessure della casetta entravano spifferi che facevano rabbrividire.
Ero lì, abbracciata a lui, saldamente.
Mi scaldava con il suo corpo caldo.
“C..chad?” chiesi.
“Si?” me lo domandò con il suo solito fare.
“Quando mamma e papà se ne andranno, cosa faremo io e te da soli?
Ha chiamato qualcuno per tenerci d’occhio…oppure no?”
“Non ne ho idea, ma è improbabile che staremo io e te e basta”.
“Ah”. Nella mia voce si notava, forse, il dispiacere, di cui non ero pienamente a conoscenza.
Poi parlò ancora: “ Ma anche se ci fosse qualcuno, che ci importa? Anche adesso ci sono i nostri genitori, ma come vedi, siamo qua lo stesso insieme”.
Gli porsi un sorriso e poi ci baciammo, dolcemente. Le sue labbra reclamavano tristezza e felicità allo stesso tempo.
Percorsi con la punta della lingua le sue labbra calde, sapevano da fragola.
Poi ci guardammo negli occhi, io mi persi nei suoi, meravigliosi; quasi da dimenticarmi quello che avrei voluto chiedergli.
“Chad, come siamo finiti in questa situazione?”
“Non so di che parli”.
Lo guardai, leggermente storto, secondo lui, a cosa potevo riferirmi?
“Chad, come siamo finiti in questa situazione, dannazione!
Io amo te, tu ami me.
Non è normale insomma che due fratelli si amino, lo capisci adesso?”
“Ah…”. Dalla sua voce sembrava, quasi…amareggiato dalla mia domanda.
Come se non ci fosse risposta, o meglio che non doveva rispondere.
“Per piacere”. Gli presi il volto tra le mie mani. “Per piacere, rispondi”.
Si liberò dalla mia stretta. “Non lo so! Va bene?
E anche se ci fosse una risposta? Cosa succederebbe!
Non lo so, ecco. Fine. Non farmi incavolare!”.
Rimasi a bocca aperta per la sua risposta.
Pensai: Ok..ok..anche se siamo fratelli, non è giusto che si rivolga così a me..
“Scu..scusa, non volevo!”
Iniziai a piangere. Sono fatta così, se qualcuno mi risponde male o sciocchezze simili, inizio a frignare inspiegabilmente.
“Veronica, hai ragione, non dovevo risponderti così, perdonami”,mormorò.
“Si, si..ok sai come sono..”.
“Ma certo” mi sorrise, “Io so tutto di te”.
Con la mano tolse le lacrime dal mio volto.
“Grazie” –gli dissi.
“Sei sempre stata tutto per me, non te lo scordare”.
“Anche tu”. Non seppi aggiungere altro.

Poi mi ricordai di guardare l’ora sul cellulare.
Erano già le 8.00.
E avevo una dozzina di messaggi di mia madre.
Tutti dicevano la stessa cosa: “Dove sei?” oppure “Veronica, ti prego rispondimi!”.

“Oh mio dio”. Avevo la gola secca, la voce mi mancava.
“Cos’hai?”. Lui tranquillo, là, come sempre, poteva fare qualsiasi cosa.
“La mamma, 8.00, paura”. Poi mi coprii la bocca.
Che cazzo ho detto?- pensai.
Chad, preoccupato mi disse: “ Devi correre a casa, assolutamente”.
“Ho paura! La mamma mi ucciderà!”.
“Vero, tranquilla, ti difenderò io”.
Senza dire nient’altro corsi fuori dalla casetta e impugnai la bici.
Mentre ero per strada chiamai mia madre.
Era furiosa. Mi scusai cento volte, ma sapevo che non me l’avrebbe fatta passare liscia.
Arrivata a casa.
“S..Sono qui”.
Chad, era già lì, ma non era stato sgridato da mia madre, ne ero certa.
Lei mi arrivò subito davanti e mi diede uno schiaffo. Forte, pieno d’odio. Quello che provavo anche io per i suoi confronti. Quante volte avrei voluto mollare un ceffone a quella donna.
E lei invece poteva farlo quando voleva.
Mi sentivo in colpa. E immaginavo che avrebbe reagito così.
“ Mi dispiace, mamma, non volevo farti preoccupare. Veramente.”
“Non mi importa niente delle tue scuse! Tuo padre ti sta cercando per tutto il paese! Ti rendi conto?”
“Mamma! Ma ti rendi conto te! Non sono stata via di casa per un giorno! State esagerando.
Tre ore e dico, tre ore! Ma per piacere!”. La guardai con disprezzo.
“Non rivolgerti così a me, signorina”.
“Ti ho già chiesto scusa! Un centinaio di volte ormai!”.
Mi tirò un altro schiaffo.
“Smettilaa!”. Le urlai, mi aveva fatto un male cane. “Sei tutta schizzata, mamma mia”.
Un altro schiaffo.
Chad si alzò, veramente arrabbiato. Prima stava lì, nell’angolino della cucina, ed ora si trovava a un passo da nostra madre.
Quando lei stava per rialzare la mano, Chad gliela presa e la rimise al suo posto.
“Mamma, stai esagerando”. Lo disse con un tono che mi intimorì. “Ha le guance segnate dalla tua cattiveria, non ti basta?” E la guardò negli occhi.
“Non basteranno mai a questa ragazza pestifera! Si deve comportare come voglio io!”
Scoppiai a piangere, tra la rabbia e la tristezza. Mi toccai il volto. Era in fiamme.
“Ma cosa mai ti avrò fatto, per avere questo trattamento! Mamma dimmelo!”-dissi.
Ma, al posto di replicare come al suo solito, mi guardò malinconica, e se ne andò via.
Poi continuai: “Non ti parlerò mai più!”
Stava per scapparmi il maledetto : ti odio. Ma mi trattenni, nonostante tutto, mia madre mi aveva concepita e la dovevo rispettare. Si, ma nei limiti dell’umano!
Scappai in camera piangendo.
Chad per fortuna non venne in camera mia, volevo starmene da sola e così successe.


5- LA LETTERA
Iniziai a guardare il muro. Bianco panna, come odiavo quel colore..preferivo il nero, ma ovviamente non poteva esserlo.
Pensai alla reazione di mia madre. Questi litigi mi distruggevano mentalmente, la odiavo sempre più di prima.
Continuai a piangere silenziosamente fino a quando mi addormentai.
Sognai Chad con un’altra ragazza, al loro matrimonio. Io ero seduta tra gli invitati e piangevo.
Poi mi concentrai sulla sposa, mi sembrava di conoscerla.
Era Elizabeth! Oddio…
In più era anche bellissima. Chad non mi guardò mai per tutto il “finto” matrimonio.
C’erano i miei genitori, i suoi e almeno altre 100 persone.
Non avevano volti: senza occhi né bocca…indossavano tutti un cappellino nero e i loro indumenti erano neri.
Cosa poteva significare? Più a un matrimonio, sembrava un funerale.
Gridai.
Mi risvegliai urlando “Chad”. Tutta sudata, mi sembrava di morire.
Erano le dieci di mattina. Sbalordita mi alzai velocemente e mi vestii.
Andai in bagno senza farmi sentire e mi lavai per bene la faccia e i denti.
Quando uscii dal bagno, provai a chiamare qualcuno.
“Papà??”- nessuna risposta.
“Mamma!!!”-nemmeno.
“Chad?”-niente.
Ero a casa da sola. Ma perché? Nessuno mi aveva detto che dovevano andare fuori, così mi arrabbiai. Mi sedetti sul grande divano,rosso, si bei gusti mia madre.
Accesi la televisione ma niente mi interessava, così iniziai a girare per casa senza una destinazione.
Toccavo i vari oggetti in giro e niente, il tempo non passava. Mi fermai quando mi trovai davanti alla porta della stanza di mio fratello.
Non ero mai andata nella sua camera, tranne una volta, ma ero troppo piccola per ricordare.
La sua camera è sacra. Non ci si può entrare senza il permesso, altrimenti ci uccide tutti.
Mi tremavano le gambe, avevo paura di entrarci.
Approfittai del fatto che non c’era, sospirai e dopo entrai.
Le pareti bianco panna, ovviamente.
Il letto era addossato al muro, dove un po’ più sopra, si trovava una mensola con vari libri.
Davanti alla porta c’era una scrivania, veramente in disordine. Sulla sedia un paio di boxer.
“Oddio”. Ero diventata presumibilmente tutta rossa.
“Posso diventare rossa per un paio di mutande è!”.
Parlo molto spesso da sola, non c’è da preoccuparsi.
Su una parete c’erano molte foto, tra cui una dove lui era abbracciato ad una ragazza,bellissima.
“Chi…”
Ovviamente non la potevo conoscere perciò mi concentrai su qualcos’altro.
Iniziai a frugare nei suoi cassetti, c’era un disordine spaventoso.
“Ma si può?”-pensai.
Non trovai niente di interessante, non ci speravo più, quando nel quarto cassetto della scrivania notai una lettera. In cuor mio sapevo che non erano affari miei.
Era una lettera incastrata nell’ultimo cassetto, ovvio che non erano affari miei.
Presi la busta, lentamente. Guardai chi l’aveva scritta.
“Da Hilary”.
Solo quello, niente indirizzo!
La aprii, era di un rosa. “Come si fa a spedire una lettera rosa ad un ragazzo?”
Diceva:
“Caro Chad,
So che non mi vuoi più, ma io devo tentare.
Sei la mia vita e non capisco perché mi hai lasciato così.
Stavamo bene insieme, io, la più famosa della scuola, con il ragazzo più bello.
Che vanitosa, mamma mia.
Eravamo la coppia più invidiata e, anche se so che ormai non te ne importa più,
ci tenevo a dirtelo.
Mi manchi, Chad, mi manchi!
Sarebbe stato facile dimenticarti se non fossi stato speciale.
Ti prego ripensaci. Ti voglio.
Dobbiamo ritornare come un tempo. Per il nostro bene.
Una lettera corta, che racchiude tutti i miei sentimenti per te.
Con amore, Hilary”
Ero sconvolta. Chi cavolo era questa Hilary? Da dove spuntava?
Guardai immediatamente la data a fine pagina.
24.08.08
“Sette giorni fa? Ma è impossibile! Il giorno dopo di….tutto..”
Sentii la chiave girare nella toppa, rimisi la lettera nel suo dannato posto e scappai in camera mia.

“Veronica?”. Mia madre.
Urlai dalla mia stanza. “Si?”
“Vieni un momento”.
Mi alzai dal letto, cosa diamine voleva non lo sapevo.
“Mamma, perché non mi avevate detto che uscivate?” .La guardai. “Mi sono svegliata tardi e per di più non c’era nessuno”.
“Non te l’abbiamo detto? Siamo andati tutti e tre al centro commerciale, per comprare delle cose per scuola a Chad”.
La scuola. Il 15 settembre sarebbe iniziata.
“E io? So bene che domani partite..per una settimana! A me non ci avete pensato?”
“Veronica calmati! Abbiamo preso qualcosa anche per te!”
“Be, cosa ci voleva a portarmi via con voi?”
“Ecco…non ci abbiamo pensato”.
La guardai sbalordita. Si erano dimenticati..di ME?
“Roba da matti”.
E proprio mentre discutevo con lei, Chad e papà arrivarono dalla porta del garage, così io guardai male mia madre e me ne andai in salotto.
Roba da pazzi, roba da pazzi! Continuavo a ripeterlo in testa.
Quella è lesa, altroché.

6- MATT

Mia madre..ma cosa mai avrà, nei miei confronti soprattutto.
Mi sedetti sul divano sorseggiando la mia bevanda preferita, acqua e limone.
Chad arrivò e si mise vicino a me.
“Hey Vero…Perché tratti così la mamma?”
Lo guardai con gli occhi aperti più del normale.
“Io? Se non ricordi male, mi ha dato sei o sette manate ieri!
Si è dimenticata di chiedermi se volevo venire anche io al supermercato con voi!”
Chad mi guardò, sembrava non capire, lo stesso, il mio comportamento.
“Va bene, lasciamo stare”. Abbozzai un sorriso e continuai a guardare la televisione.

Per diversi minuti stemmo lì in silenzio. Poi si avvicinò e mi parlò all’orecchio.
“Devo ancora chiedere se staremo da soli o meno, domani.
Ma ti prometto che, se anche ci fosse qualcuno,
io e te ce la caveremo, insieme ugualmente”
Mi diede un bacio sulla guancia e poi fummo interrotti dalla voce di mio padre.
“Ragazzi, è pronto da mangiare”.
Ci vide seduti molto vicini mentre le labbra di Chad erano incollate alla mia guancia, anzi per la verità era una zona molto vicina alla bocca.
“Cos’è tutta questa confidenza è? Vi volete più bene del solito?”
Iniziò a ridere e se ne andò.
Guardai mio fratello paralizzata. “Non è niente di che”. Me lo disse a bassa voce per tranquillizzarmi.
Così andai a lavarmi le mani mentre Chad andò direttamente in cucina.
Oltre al comportamento di mia madre,
mi continuavo a ripetere in testa il nome della ragazza della lettera. “Hilary..”
“Veronica!”
“Si..arrivo”
Mangiammo con la voce della giornalista alla tv.
Non siamo persone che parlano molto, soprattutto a pranzo.

Quando finimmo e Chad se ne era andato in camera sua, rimasi seduta a tavola per chiedere quella dannata cosa ai miei.
Mio padre si accorse che stavo aspettando qualcosa.
“Veronica c’è qualcosa che devi chiedermi?”
“Ecco…si”.
“Dimmi”-mi sorrise.
“Domani voi due..partirete..e…”
“Si?”
“Io e Chad staremo da soli?”
Terminai la frase e tremai leggermente, mi facevano qualche effetto le parole “da soli”.
“Ovviamente no”.
“Ma perché???!”
“Siete troppo piccoli…insomma..non voglio discutere è così e punto”:
“E chi sarebbe questa persona che deve controllarci perché siamo
Piccoli?”
“Si chiama Matt”.
Matt…
“Matt? Chi sarebbe?”
“Questo ragazzo ha 20 anni. Ha bisogno di soldi e noi gli abbiamo offerto questo lavoro.”
“Vent’anni? Ma..ma è piccolo..cioè..pure lui…”
“L’abbiamo incontrato e ci è sembrato un ragazzo affidabile, quindi”.
“Quando arriva?” Lo chiesi con vera curiosità.
“Domani mattina, quando vi sveglierete noi saremo già partiti, quindi lui verrà verso le 10.00”
“Ok…..”
Mi alzai e andai a bussare alla porta della camera di Chad.
Mi chiedevo se mi avrebbe fatto entrare.
Sentii una voce da dentro.
“Si?”
“Sono Vero..posso entrare?”
Due secondi e mi aprì la porta, sembrava quasi fosse stato tutto il tempo lì.
Mi prese tra le braccia e chiuse la porta.
La sua voce bassissima.
“Vero, non ce la facevo più a starti lontano..fisicamente”
Mi prese il viso tra le mani e iniziò a baciarmi, più spinto delle altre volte.
Mi buttò sul letto con forza e, stando sopra di me mi guardò negli occhi.
“Chad?” Ero, decisamente, preoccupata. Non avevo mai visto mio fratello così.
Non avevo nemmeno mai pensato a “quelle” cose.
D'altronde..era mio fratello. Sarebbe stata una cosa che, vista dal punto di qualcun altro, avrebbe fatto veramente ribrezzo.
Mi rispose solo dopo un minuto bello e buono.
“Si?”
“Che fai?” Gli chiesi.
“Ti bacio”
E riprese a baciarmi con dolcezza.
Io avevo paura. Non di lui, ma del luogo in cui ci trovavamo.
La stessa sensazione di quando una persona fuma davanti a casa sua come sfida imposta dagli amici. Con i genitori girati da un’altra parte.
“Chad..io..non voglio qui..con mamma e papà”.
Si allontanò, piano piano.
“Ti capisco..”
Sapendo di aver sbagliato si sedette sul letto.
“Vero, cosa volevi precisamente?”
“Ho chiesto. Domani verrà qui un ragazzo di nome Matt, sulla ventina, che ci guarderà per tutta la settimana…ti rendi conto?”
“Ventenne?”. Stava urlando.
“Si…”
Mio dio, era veramente arrabbiato.
“Che cazzo ci fa un ventenne in casa nostra a controllarci! Non siamo bambini!”
“Chad..lasciamo perdere, abbiamo detto che nessuno ci intralcerà ugualmente”.
“Si. È vero”.

Si alzò. “Scusa devo uscire adesso.”
“Dove vai?”
Mi guardò. “ Devo uscire”.
“Ok….” Ormai era già arrabbiato, quindi una sciocchezza in più non avrebbe guastato.
“Chad..chi è…Hilary?”
Silenzio.

7-IMPOSSIBILE

“Ecco io..be”
Non mi lasciò finire la frase, il suo viso cambiò espressione di colpo.
“Come fai a sapere di Hilary?”
“Scusa, forse era meglio che non te lo chiedessi”.
Si sedette sul letto, incrociando le gambe.
“È una storia lunga, come fai a non conoscerla scusa?”
Ci pensai su, effettivamente andavamo nella stessa scuola.
Hilary, hilary..
Mi si spalancarono gli occhi.
“Hilary Montgomery?”
Sbuffò. “Si”.
Poi continuò: “No ma scusa, che centra lei? Perché me lo hai chiesto?”
Era meglio che non gli dicessi che avevo frugato nelle sue cose.
“No..niente, un giorno avevo sentito che pronunciavi il suo nome.
Quella mi sta veramente antipatica, è un’egocentrica. Due egocentrici come fanno a stare insieme me lo spieghi?
E poi tu non sei tipo da metterti insieme a certi tipi ragazze, sono troppo vamp per te!”
Mi coprii la bocca. Cos’avevo detto! Dell’egocentrico a mio fratello.
Ovviamente ci era arrivato che per “due egocentrici” mi riferivo a lui e Hilary.
“Veronica” accentuò il mio nome con nervosità “Ti sei mai posta la domanda: Ma io conosco veramente mio fratello? Pensi di continuare? A offendermi oltretutto”.
“Io..scusa ecco, non volevo. Però, forse un pochino..è vero”
Sono una persona dannatamente sincera e le cose mi escono dalla bocca anche se non voglio.
“Vattene”.
Senza rispondergli me ne andai, vergognata del mio comportamento.

In camera iniziai a pensare a Chad.
Per me era un fratello, che amavo.
Ma per gli altri chi era?
Era il più bello della scuola, tutte le ragazzine gli cadevano ai piedi.
“Bah….”
Non stavo molto attenta a chi mi circondava, tranne per le mie poche amiche.
Nemmeno Chad mi ha mai calcolato a scuola. Forse non sapevano nemmeno che io ero sua sorella.
Questo mi rattristava ed è per questo che, prima che mi dichiarassi, stavo così male.
Pensavo di non essere accettata dal mio stesso amore.
O di essere troppo brutta per lui. Non avevo mai baciato nessuno prima.
Avrà avuto già tantissime ragazze. È il “lui” ideale. Giocatore di football, biondo, popolare.
Adesso lo avevo offeso e forse non mi avrebbe più parlato per un po’.
Hilary se lo voleva riprendere, ma io non gliel’avrei concesso. In qualche modo, anche se la nostra relazione doveva rimanere un segreto.
Ma poi, visto che era così famoso, come aveva fatto a innamorarsi di me?
Mi ricordo bene alla casetta sulla spiaggia, in quel momento che glielo chiesi, non mi rispose.
Una cosa segreta? Più del nostro amore?
Qualche volta mi sembrava che la vita fosse un mistero, troppo grande per tutti noi umani.
Dopo queste riflessioni, iniziai a fare i compiti, mancava poco all’inizio della scuola e dovevo ancora finirli.
Presi l’i-pod, senza musica non riesco a concentrarmi.
“Anywhere but here…”
Hilary duff. Un’altra “Hilary”. A questo mondo si chiamano tutte così?
Il tempo passava mentre ascoltavo la musica.
Domani i miei genitori sarebbero partiti per una settimana!
Ero emozionata, ma quel Matt non mi convinceva.
Non volevo un ragazzo in casa nostra, sconosciuto..

Arrivarono le sette e mezzo e sentii i miei genitori chiamarmi per la cena.
Quando arrivai in sala da pranzo, vidi la sedia di Chad vuota.
“Dov’è Chad?”
“Mangia fuori”. Mi rispose mio padre.
“Ah..prima abbiamo litigato..”
Così lui mi disse scherzando: “ Tra fratelli si litiga qualche volta!”
“Già”. Ridemmo insieme.
Non avevo per niente fame, quindi utilizzai un trucchetto.
Mentre tagliavo la salsiccia sul piatto, continuavo a parlare, senza distogliere lo sguardo.
Avevo un cibo diverso dai miei così feci: “Hey Pa, vuoi assaggiare?”
Gli diedi un pezzettino. “Mmm, buono!”
Solo un minimo pezzo entrò nella mia bocca per fare credere di aver mangiato veramente, con gusto.
Funziona. Infatti i miei non si accorsero che in realtà non avevo mangiato niente.
“Stasera esco, posso?”
Mia mamma iniziò l’interrogatorio, tanto non sapeva che, l’unico ragazzo con cui avrei potuto uscire, sarebbe stato mio fratello.
“Pensavo di chiedere a Elisabeth..”
Mio padre intervenne. “Ok”.
“Vi saluto adesso. Non ci vediamo per una settimana!
Spero che al vostro ritorno, un salto al supermercato possiamo farlo anche per me..”
Abbracciai mio padre per primo, un bacio sulla guancia e poi mia madre, con meno affetto, doveva ancora sbollirmi la cosa dei “mille schiaffi”.
“Be..allora ciao..”

In camera afferrai il mio telefono di casa viola e composi il numero di Elisabeth.
“Pronto?”
“Ehm, ciao, sono Veronica, per caso c’è Elisabeth?”
“Vero, sono io”. Che figure.
“Ah, scusa! Non avevo riconosciuto la tua voce!!”
“Fa niente, che c’è?”
“Ti va di uscire stasera? Per favore.”
“Si certo ho proprio voglia di uscire!”
“Facciamo alle 8 e mezza in piazza? Poi magari possiamo andare in un bar..”
Non sentii più la sua voce.
Poi disse:”Non in quel bar però”
Quel bar? “Quale scusa?”
“Dove ci vanno tutti quelli del liceo, tipo tuo fratello, Hilary..”
Hilary, allora tutti la conoscono.
“Be, dai poi vedremo, preparati forza!”
“Ok, a dopo”.
Misi giù il telefono e pensai a quel bar.
Ci sarei andata, apposta.
Sicuramente Lui c’era-
Mi avrebbe salutata?
Sarebbe stato con Hilary? Magari perché avevamo litigato.
Pensavo alle cose peggiori.

Finito di prepararmi, salutai i miei e andai fuori di casa.
Presi quella ferraglia vecchia, che dovrebbe essere stata una bici.
Le luci dei lampioni erano stranamente abbaglianti.
Elisabeth era già dalla piazza.
In effetti ero proprio in ritardo.
“Scusami tanto!”
“Vero, ti conosco, so che arrivi sempre in ritardo”.
Mi squadrò da testa a piedi.
“Come mai questo super “tiramento”? Sei bellissima..”
Mi misi apposto il ciuffo. “Be, ecco..”
Intuì il resto. “No!”
“Perché!!!? Ti prego”
“Al telefono ti ho detto che non volevo andarci in quel posto!”
“Dai, sicuramente c’è mio fratello. Abbiamo litigato”
Ci misi dieci minuti a convincerla e poi finalmente, salita dietro alla mia bici, andammo in “quel posto”.
Appoggiai la bicicletta su un muretto e la legai. Pensai: “Non si sa mai..”
La musica non mi piaceva, ma ormai avevo deciso di entrarci.
Presi la mano di Elisabeth e la guardai. “Forza!”.
Ci sedemmo su un tavolino.
Non vedevo Chad.
Una risata stridula, da gallina e mi girai di colpo.
Un po’ di tavoli dietro c’era la “bella e popolare Hilary”.
Non mi interessava, così mi rigirai. Ordinammo da bere e dopo che risate continue mi entravano nelle orecchie mi rigirai.
“Oh ma, quella non sta zitta”.
Rimasi a bocca aperta, in parte a lei c’era Chad.
Si stavano avvicinando.
Le loro bocche si toccarono.
Si stavano baciando, e per precisare, con la lingua.
Tirai uno strattone a Elisabeth, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
“Che c’è?” Mi vide piangere.
Con la voce roca le dissi: “Guarda Hilary..”
“Oh mio dio..Vero, mi dispiace!”
Volevo vedere se si stavano baciando ancora e, infatti..ancora. Le loro bocche erano incollate.
Quello era Chad, non era qualcun altro. Era proprio lui.
Mi alzai di scatto facendo un rumore assurdo. La musica non era molto alta così tutti si girano verso di me. Compresi loro.
Guardai mio fratello, con le lacrime agli occhi.
Lui rimase a bocca aperta.
“Elisabeth, vieni in bagno per piacere!”
Mi asciugai gli occhi.
Continuavo a ripetere: “Falso! Bugiardo!!”
Perché Chad?

8-NON è MIO FRATELLO!


Io e Elisabeth eravamo nel bagno di quel dannato bar.
Avrei dovuto seguire il suo consiglio. Non dovevamo andare in quel posto..
Io..io non avrei visto mio fratello con un’altra.
Guardai negli occhi la mia migliore amica.
“Forse questo è un segno? Non..dovevo innamorarmi di mio fratello..io, ho sbagliato..”
Lei si avvicinò e mi toccò la spalla.
“Vero..vedi..” –sbuffò. “L’amore è cieco, non potevi decidere di chi innamorarti.
È il destino..”.
“Il destino mi fa schifo!!”
Sentivo il trucco che scendeva dagli occhi. Tutto il tempo che ci avevo messo per essere così bella.
Ora avevo solo un’immagine in testa. Quel bacio.
“Io l’ammazzo!! Sia lei che lui!!”
Eli mi guardava impressionata, probabilmente non mi aveva mai vista in una situazione simile.
Non avevo il coraggio di uscire da quel bagno, cos’avrei fatto dopo?
Sarei andata da lui e gli avrei mollato uno schiaffo? Gli avrei detto “ti odio”? “Non parlarmi più”?
O sarei semplicemente fuggita, da quella confusione.

Perché, appena lo vedo mi batte così forte il cuore?
Dio, non dovevi punirmi per nulla, però l’hai fatto lo stesso..
“Mi sento..vuota”.
Elisabeth mi prese un pezzo di carta e mi asciugò gli occhi.
Se fosse stata un maschio, sicuramente, mi sarei innamorata di lei.
Mi è sempre stata accanto. È come la mia coscienza. Se non so cosa fare chiedo sempre tutto a lei. Ovviamente era la mia migliore amica per qualcosa..
Mi sentivo morire.
“Ma poi, abbiamo litigato per una sciocchezza! Quindi, sicuramente voleva tradirmi già da prima!”
Avevo deciso. Sarei uscita e gli avrei fatto vedere il mio dito medio.
Che comportamento idiota, ma, oltre a quello, non avrei saputo che fare.
“Andiamo!”
Mi guardò. “Sicura?”
“Si..”
Presi la maniglia della porta e la tirai.
Feci un respiro forte e uscii. Mi tremavano le gambe e avevo un gran mal di pancia.
Erano ancora seduti lì. “Ma è possibile?”
Tutti mi guardavano. Con la figura che avevo fatto prima era normale..
Dissi a bassa voce a Eli: “ Vieni con me”
“Che fai!?”
Non le risposi.
Mi avvicinai al tavolo di Chad.
Solo in quel momento mi accorsi che l’aspetto decorativo del posto lasciava molto a desiderare.
Proprio..assurdo.
Hilary aprì la sua boccuccia:” E’ questa ragazzina bruttina chi è?”
Ma come si permetteva? Stavo per mollare una raffica di insulti, ma mi limitai a ignorarla.
“Chad, io non mi spiego il tuo comportamento”-la mia voce iniziò a tremare e i miei occhi iniziarono nuovamente a bagnarsi.
“io, io..non capisco..”
“E tu chi sei?”-Hilary me lo richiese.
“Ma vuoi stare un po’ zitta?”
“Come ti permetti ragazzina?”
“Abbiamo due anni di differenza, non mi pare di essere molto più piccola”. La guardai male.
Poi mi riferii di nuovo a Chad.
“Ti odio”.
In quel momento dalla sua bocca uscirono le parole che mi spezzarono il cuore definitivamente.
“Chi sei?”. Lui. Lui mi avevo chiesto chi ero.
“Chad, non parlami più, mai più!!!!!!!”
Lui rise, non era ubriaco. Mi stava prendendo in giro, come se non fossi nulla..
Come se tutto quello che era nato tra di noi fosse scomparso.

Avevo la voce da isterica. Ero impazzita.
Fuggii via con Elisabeth dietro.
Stavo piangendo come una sciocca. Ma come avrei dovuto comportarmi?
Io ero stata ferita.
“Elisabeth io vado a casa, immediatamente”.
Presi la bici e scappai a casa.
Feci piano perché i miei genitori erano a letto, si sarebbero dovuti svegliare presto.
Corsi in camera e un unico pensiero mi entrò nella mente dopo tutto quel trambusto.
“Matt!”

9- VENDETTA

Mi svegliai.
I raggi del sole filtravano dalle fessure della finestra e mi colpivano direttamente in viso.
Appena cosciente sentii una fitta allo stomaco.
Pensavo ancora a Chad, a quella sera..
Ma..come aveva potuto? Mi aveva ridotto il cuore in mille frantumi.
E senza accorgermene avevo di nuovo iniziato a piangere.
Il dolore che provavo..be, non è facile da spiegare.
Fitte al cuore..mi facevano morire.
Non lo volevo più vedere, ma era inevitabile, essendo fratelli.
Ero seduta sul letto, non per molto avrei potuto dormire così pacificamente, una settimana o poco più, e sarei andata a scuola..
L’avrei dovuto vedere sempre..non so se il mio cuore avrebbe sopportato tale situazione.
Erano le dieci. Era meglio alzarsi.
Andai direttamente in bagno. Mi feci una doccia.
Se questo Matt sarebbe stato almeno decente avrei potuto fargliela pagare a quello..
Mi diedi un colpetto con la mano sulla testa.
Stavo soffrendo per colpa sua, avrei dovuto odiarlo alla follia..però, per tutti gli anni che l’ho amato non riuscivo a scordarlo..così..
Perché io lo amo..e la volta che, ero riuscita a.. renderlo mio, l’avevo perso subito.
La doccia era stata troppo corta e non riuscivo a pensare ad altro che a lui.
Cercai di cambiare i miei pensieri.
Matt. Era già arrivato? Non sentivo nessun movimento così presumibilmente, Chad stava dormendo e questo tizio non era ancora arrivato.
Feci in tempo a vestirmi e pettinarmi che il campanello suonò.
“E’ arrivato”.
Mi vergognavo di me stessa. Pensavo solo all’aspetto fisico di questo ragazzo, solo per dimenticare Chad.
Ma in una settimana, avrei potuto farci qualcosa?
Non pensavo, ma almeno fare finta, si.
Toccai la maniglia della porta, era gelida.
Lentamente aprii.
Rimasi a bocca aperta. Non so se avevo fortuna, ma dall’inizio della mattinata si.
Era castano con degli occhi blu profondi, meravigliosi.
Prima di rendermi ridicola rimanendo imbambolata, lo feci entrare.
La mia voce tremò. “B..benvenuto..”
“Ciao! Io sono Matt!”
Sembrava un ragazzo molto socievole, così gli porsi un gran sorriso.
“Io sono Veronica! Piacere di conoscerti Matt”
Faremo amicizia te lo assicuro.
Gli feci fare un giro della casa. “Be come vedi non è molto grande..”
Non sapevo che dirgli, mi vergognavo troppo, forse anche per il motivo della sua bellezza.
Chad, non poteva superarlo nessuno, però, non si può avere tutto dalla vita.
In quel momento sapevo bene che dovevo togliermelo dalla testa.
“Vuoi qualcosa da bere?”-eravamo finiti in cucina.
“Si..grazie”. Mi sorrise.
Presi un bicchiere dalla mensola e riempiendolo d’acqua glielo porsi.
Le nostre dita si sfiorano e rimanemmo immobili per un quarto di secondo.
Sono tanti.
“Oh..ehm scusa”.
“Ma di che.” Un altro sorriso.
“Mio fratello..sta dormendo sicuramente..”
Oh no..
Una lacrima.
Basta! –pensai.
È una condanna.
Lui notò subito che avevo iniziato a piangere. Mi fece sedere sulle ginocchia e con la mano tolse la mia lacrima dal viso.
Avevamo tutti e due già capito che c’era un feeling. Ma era troppo presto per saperlo veramente. Ovvio.
“Io be..ecco..ho litigato con mio fratello”. Io pensavo mi amasse e invece ha baciato un’altra e poi mi ha persino chiesto chi ero. Abbiamo litigato si certo. “Molto pesantemente..”
Ovviamente non poteva capire il perché del mio atteggiamento e tutto quello che poteva fare era dirmi un semplice..”Mi dispiace”. Ecco lo sapevo.
“Si..grazie”
Ero veramente seduta sulle ginocchia di uno sconosciuto?
Lentamente mi alzai, senza fargli capire.
“Come vedi, le giornate saranno sempre così noiose!
Infatti non capisco il motivo di..te. Che non ti voglia, no di certo. Però, per me, non serviva..”
Evviva la sincerità.
“Ah..”
Ci era rimasto male.
“Ma meglio invece adesso”. Cercavo di non farlo sentire un peso inutile. “Mi farai compagnia visto che ho veramente rotto con mio fratello..”
Gli sorrisi.
Dopo una lunga conversazione su cosa mi piaceva e non mi piaceva fare, hobby e tutto il resto, potevo veramente dire che ormai mi conosceva, a fondo!
Controllai l’ora.
Era mezzogiorno. Perché Chad non si svegliava? Non che lo volessi vedere.
Come lo pensai, ecco un rumore dalla sua porta e sgarbatamente dissi a Matt.
“Ecco mio fratello”.
Sentii i passi inconfondibili del mio unico amore che mi aveva spezzato il cuore.
Arrivò alla porta del salotto in boxer.
Mi girai da un’altra parte senza guardarlo. Era terribilmente..sexy.
Ma non dovevo pensarlo più, assolutamente.
Basta…
“Io sono Matt”.
Chad sbadigliò. Sembrava un gran rozzo. “Chad..”
“Si, Veronica me lo aveva detto”.
Io ero ancora girata da un’altra parte. Non so che avrei fatto se lo avessi ancora visto negli occhi.
“Ecco, io devo uscire”-la voce di Chad.
Gli risposi io: “Ciao”
Come per dire: bene vai fuori di qui.
Lui rise. Come si permetteva..non lo so nemmeno io.

Non si fece vedere per tutto il giorno e tornò, penso, tardi.
Chissà magari era con Hilary, non era più affar mio.
Io invece passai tutto il pomeriggio a parlare con Matt. Era un ragazzo veramente stupendo.
Anche dentro.
Non come…il mio..lui.
Molte volte ci guardavamo negli occhi e io mi perdevo nei suoi.
Un blu meraviglioso..

Alle undici di sera io e Matt stavamo ancora parlando.
Sembravamo fatti per stare insieme..
Un momento.
Mi sfiorò la guancia. Vide la mia sorpresa così mi chiese scusa.
Ma era una bella sorpresa. Così gli sorrisi.
Si avvicinò, io mi avvicinai e ci baciammo.
Non posso spiegare quanto mi sentii in colpa.
Nei confronti di Chad. Non riuscivo a dimenticarlo e non capivo nemmeno il mio comportamento, se posso dirlo, da zoccola.
Ma che me ne doveva importare? Matt era un mezzo, un mezzo per vendicarmi di Chad.
Io non ero mai stata così, si vede che era giunto il momento di cambiare.
Continuammo a baciarci, mi stupiva questa cosa, era così più grande di me.
Quando mi guardò negli occhi mi disse: “Sei veramente bella, sai Vero?”
Un'unica risposta. “Anche tu”.
Ma questa, sebbene vera, mi faceva morire.

Chad ti prego, renditi conto di cosa hai fatto..

10- SCONVOLTA

Non capivo il mio comportamento.
Da nessun ragazzo me ne arrivarono due tra le mani.
Uno era scappato inspiegabilmente. L’altro l’avevo appena conosciuto.
Dopo aver salutato Matt, andai in camera e, sentendo le voci provenienti dalla televisione, mi addormentai.

Aprii il gli occhi. Era buio, segno che non era ancora mattina.
Guardai l’ora sulla sveglia sul comodino. Erano le 4.00
Sbuffai. Adesso? Solitamente quando mi sveglio così non riesco più addormentarmi.
Decisi di andare a bere, nonostante avessi paura. Di cosa? Non lo sapevo nemmeno io. Avevo il terrore nelle gambe.
Mi alzai lentamente e andai dritta in cucina.
Faceva ancora caldo ed ero tutta appiccicosa.
Arrivata alla porta, vidi una luce accesa.
Da fuori non l’avevo notata perché era di una lampada molto piccola. La usiamo proprio per queste “occasioni”.
E purtroppo c’era qualcuno che non volevo vedere.
Chad.
Si, non avevo per niente fortuna. Mai, avrei dovuto aspettarmelo.
Lo dovevo salutare?
Prima di trovare una soluzione, lui aprì bocca.
“Ma guarda chi si vede”.
Mi prendeva in giro? Io sbuffai, convinta che non gli avrei risposto. Avrei tenuto la bocca chiusa.
Senza guardarlo presi una tazza e ci misi del latte.
Mi andai a sedere il più lontano possibile.
Sentivo una stretta al cuore..fortissima.
“Hey adesso non mi parli più?”
Sorpresa sentii che la sua voce era vicina al mio orecchio..calda e..così familiare.
Mi girai di scatto. “Ma che vuoi, Chad?”
I denti socchiusi.
Iniziò a ridere e mi guardò con degli occhi di intesa.
“Senti, per piacere...lasciami in pace..
Ormai ho capito che non ho più nulla a che fare con te”
Lacrima. Di nuovo.
Mi girai davanti al suo viso.
“Non vedi?!
Ogni volta che mi parli scoppio a piangere! È colpa tua lo capisci?
Sei infantile! Come hai potuto comportarti così! Me lo spieghi!”
Poi però guardai il suo viso. Non era più quello di chi mi prendeva in giro dieci secondi fa, ma di un ragazzo triste e in colpa. Penso.
“Non..non pensavo di aver fatto questo casino.
Io non voglio che tu soffra”.
“Però lo hai fatto!”
Le lacrime continuavano a scendere e lo lasciai finire di parlare.
“Mi..puoi perdonare?”
Ma come poteva pensare che io l’avrei perdonato così semplicemente?
Solo ripensando al male che mi procurava il suo comportamento mi arrabbiavo.
“Stai scherzando?”
“Proprio no..”
Gli chiesi informazioni.
“Adesso mi risponderai a tutte le domande che ti porrò, senza discussioni, hai capito?”
“Si..tutto chiaro..”
Iniziai veramente convinta.
“Uno. Perché hai baciato quella strega se dici di essere innamorato di me.
Due. Mi hai chiesto “chi sei”, ma te ne rendi conto di come una ragazza ci possa rimanere male? Oltretutto..io!!!” Mentre parlavo, guardavo le espressioni che faceva: interrogative, tristi. Cos’aveva nella testa?
“Tre. Perché mentre correvo via piangendo, non sei venuto da me? Eh!
Adesso dimmi perché ti dovrei perdonare, stronzo!”
Mi era scappato, ma ci stava.
Non mi rispondeva più. Forse pensava a cosa poteva inventarsi.
“Io...ero ubriaco..!”
Una scusa migliore? “Ti ho visto perfettamente, non eri ubriaco. Un’altra scusa su!”
“Ok…facciamola finita”.
“Non mi vuoi più parlare?”
“Ma che dici, ti racconto cos’è successo.
Hilary mi aveva chiamato e mi aveva chiesto di uscire con lei. Ovviamente io gli avevo risposto di no, amo te e solo te. Lei, non la sopporto. Però a quel punto mi ha detto: Se non vieni dirò a tutti così tante baggianate su di te, che col cavolo che tutte le ragazzine ti cadranno ai piedi”.
“Quindi..tu hai fatto tutto questo solo per una questione di..popolarità? Ma non ti vergogni! Non vedi? Sei egocentrico!
E ci stiamo dimenticando i punti due e tre Chad. Continua”.
“Se avessi detto: sorellina mia, perché stai piangendo vedendomi baciare un’altra, non sarai mica innamorata di me, che ne dici?”
“Be..questo è vero”
“Il punto tre è la stessa cosa.
Vero mi dispiace cazzo..Non volevo!”
“E perché quel comportamento quando parlavo con Matt?”
“Ero geloso?”
“Ah”. Fregata in pieno. Quindi, mi stava convincendo che avevo sbagliato io.
“Ma come facevo a saperlo io? Vedere..il mio amore..con una ragazza, per giunta con la sua ex, baciarsi, forse è la cosa più brutta”.
“Vieni qui”. Mi disse.
Dovevo andarci veramente? Se si era inventato tutto?
Sentivo i brividi che mi percorrevano la schiena.
Che potere aveva mio fratello?
Mi sedetti sulle sue gambe.
“Ah..veronica
Mi dispiace. Non so quante volte dovrò dirtelo...”
Mi accarezzò i capelli. Quelle mani.
Avvicinandomi, lo guardai negli occhi. “Mi mancavi sai?”
“Anche tu”.
Iniziammo a baciarci. Oh Chad, quello è stato un altro dei più bei momenti nella mia vita.
Quando io e te ritornammo “vicini”..

In quel momento non mi importava se un altro ragazzo dormiva in casa nostra.
Potevamo fare quello che volevamo.
“Vero..ti amo.
Sai, anzi no, non lo sai. Ti amo troppo. Sei come un orsacchiotto. Ti vorrei per sempre al mio fianco. Ti tratterei così..con cura. Sei troppo speciale per me.
Ti prometto, che non succederà mai più. Hilary non mi fregerà mai più.
Capito?”
Ero senza parole. Io ero il suo orsacchiotto.
Lo abbracciai fortissimo. “Chad, anch’io ti amo, troppo”.
Con il dito mi toccò le labbra. I brividi continuavano a percorrermi la schiena.
Ora sapevo perché succedeva. Perché io ero veramente innamorata di Chad. Era la mia vita e in quel momento l’avevo ben capito.
Continuammo a baciarci.
La cucina, mi sembrava che non esistesse più. C’eravamo solo io e lui.
Improvvisamente, mi prese in braccio mentre continuava a baciarmi, in continuazione, un metodo, forse, per scusarsi.
Dove mi stava portando? Avevo gli occhi chiusi.
Quando sentii qualcosa di morbido sotto di me mi accorsi del letto.
Eravamo in camera sua. E lui sopra di me.
“Chad, che vuoi fare?”
“Vero, stai zitta, qualche volta”.
“Ma..”
Non mi lasciò finire la frase che l’emozione di un momento così speciale arrivò al mio corpo.
Ma cosa avrei fatto adesso? Veramente era giunto il momento?
Avevo paura..

11- APPUNTAMENTO

Continuavo a pensare che non potevo farlo.
Intanto mi sentivo troppo giovane anche se lui era troppo speciale. Non era un ragazzo qualunque.
Matt era in un’altra stanza e c’era una possibilità che entrasse.
“Io…”
Si fermò.
“Io..non so se..voglio”.
Sbuffò. “Veronica..io,scusa..pensavo che..adesso visto che avevamo fatto pace..”
Rimasi a bocca aperta. Mio fratello era veramente così..?
“Ma io..senti non..”
Mi mise un dito sulle labbra..
“Io posso aspettare, perché sei l’unica che desidero”.
Mi sorrise e con suoi dolci occhi mi trasmetteva calma, poi aggiunse:”Ora dormiamo che è meglio..” Mi arruffò i capelli e mi diede un bacio sulla testa.
Mi sentivo in colpa. Guardavo goffamente il lenzuolo del suo letto..
Ma visto la sua insolita reazione lasciai perdere tranquillizzata.
Mise il braccio destro sotto il mio collo, in modo da farmi cuscino.
Così, sotto le coperte abbracciati, sentivo il calore della sua pelle.
Le pulsazioni del mio cuore erano irregolari. Ero contentissima e non ci credevo.
Quando si addormentò il mio cuore era ancora impazzito. Cercavo di stare calma, ma ad ogni suo respiro, ricominciava a battere forte.
Forse, dopo un’ora, non mi ricordo con certezza, mi addormentai anch’io.

Fummo svegliati da una voce, all’inizio non capivo bene..un suono strano.
Mi chiamavano? Mi alzai di scatto dal letto. Chad era ancora nel dormiveglia e io purtroppo lo svegliai. “Ma che cavolo..”.
Ahi..di prima mattina non è la persona più simpatica di questo mondo.
Mi avvicinai al suo orecchio e a bassa voce mormorai:”Scusa, mi sono svegliata, ho sentito che qualcuno mi chi..”
“Veronica?!” –non ero riuscita a finire la frase che mi richiamarono.
Anche lui si alzò e seduto iniziò a torturarsi la faccia.
“Ma chi è!” –disse a bassa voce, di certo non avrebbe urlato.
Adesso vado proprio a vedere –pensai.
Mi alzai, non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi, a causa della svegliata brusca.
Le pareti si muovevano e dovetti stare ferma per qualche secondo nell’attesa che smettesse.
“Veronica???? Dove sei?”
Mio dio.
Aprii gli occhi di colpo.
Chad iniziò a ridere mentre mi osservava, gli sembravo un fenomeno da baraccone.
Preoccupata mi guardai. È vero ero in biancheria intima, ma essendo estate, o insomma, fine estate, faceva ancora caldo!
“Ma cos’hai?” Stava ridendo ancora.
Fece uno scatto e mi prese con le braccia la vita. “Vieni qui!”
Me lo disse con un tono dolce, ma severo.
“Noo!!” Stavamo ridendo troppo, oltretutto ancora sottovoce!
Mentre mi solleticava si girò completamente verso di me e mi baciò.
Meglio di così la vita..non mi poteva andare. Ma avevo un chiodo fisso, Matt.
Gli avrei detto a Chad del bacio? Il problema era che in quell’istante non mi era dispiaciuto. Anzi, solo che mi ero vergognata del fatto che praticamente nemmeno lo conoscevo..
Mio fratello si era accorto della mia faccia preoccupata e mi avevo chiesto cos’avevo.
Ovviamente, niente.
Di nuovo la voce, ma chi poteva essere. Mi liberai dalla sua stretta e, sottolineando, difficilmente e andai verso la porta. La aprii.
Matt era davanti la camera di Chad.
Solo dopo averla aperta mi resi conto del mio abbigliamento. Oh no! Cos’avrebbe pensato?
Aprì bocca solo dopo un istante e non disse parole molto..belle.
“Ma che cazzo..”-si corresse subito dopo. “Ma che cavolo ci fai lì?”
“Io be..” Prima di tutto non sapevo nemmeno com’ero presa esteriormente. Mi ero appena alzata e sicuramente assomigliavo a un morto.
Non sapevo che rispondere, mi sentivo in imbarazzo.
“Niente! Stanotte mi sono addormentata per sbaglio nella camera di mio fratello..Veramente non pensare..”-pensare a cosa? Be ovviamente pensava a qualcosa. “Male..”
Non l’avevo convinto. Mi guardava storto. Solo dopo aver finito quelle due frasi messe in croce guardai il suo abbigliamento, come dire, favoloso.
Maglietta bellissima, jeans stretti. Si modellavano al suo corpo in una maniera indescrivibile.
Due ragazzi per casa! Ma come farò io?-questo era quello che pensavo.
Mi diedi una pacca sulla testa e dissi: “D’accordo? E..senti, per carità, la prossima volta che non mi trovi in camera non svegliare tutti così urlando preoccupato”. Mi avvicinai, molto vicino. “Dopo ti spiego tutto, te lo prometto”. E andai in camera.
Ma da quando ero diventata così..strana? Una volta ero più impacciata, timida e adesso?
Camminavo in mutande e reggiseno per la casa.
Mi preoccupavo di me stessa. Pensai alle mie ultime parole.
Cosa potevo raccontargli? Ovviamente, no la verità.
Matt mi sembrava così un bravo ragazzo e non volevo che dubitasse di me.
Aprii l’anta dell’armadio e mi guardai allo specchio affisso al muro.
“Be dai..” e sospirai. Non tutto quello splendore, ma per fortuna nemmeno un vomito.
Presi a casaccio una maglietta e un paio di jeans. Il mio caro baby-sitter se voleva poteva anche vestirsi benissimo, io ero a casa mia e di certo non mi sarei scomodata.
Successivamente mi fiondai in bagno e mentre mi lavavo la faccia pensavo a quello che mi sarebbe successo durante la giornata.
Non avevo voglia di uscire ma di starmene a casa.

Giunta l’ora di pranzo, Matt ci chiamò.
Che situazione imbarazzante.
Chad era seduto in parte a me e mentre mi portavo il cibo alla bocca mi si strusciava con i piedi addosso, mi veniva così da ridere che dovevo mettermi una mano davanti al viso per non sputare tutto.
Matt invece era tranquillo, lo fissavo incuriosita. Chissà se aveva anche lui qualche segreto o dei problemi particolari, quando si accorse che i miei occhi erano concentrati sui suoi, iniziò a guardarmi. Non volevo distogliere lo sguardo perché ero troppo ipnotizzata dai suoi occhi. Non avevo veramente mai visto nessuno con quel colore così particolare. E chi lo sa, magari portava le lenti a contatto!
Quindi ero seduta con Chad che mi rompeva e Matt che mi fissava.
Mai più-pensavo. La prossima volta avrei mangiato da sola, in qualche modo.
Chad non si scomodò ad aiutare Matt a lavare i piatti, perché si alzò e si diresse in camera sua, così mi proposi io e come risposta ricevetti un sorriso.
Mi ripetevo:”Veronica..Tu ami Chad, Matt no.” Ma era troppo difficile non accorgersi di come mi guardava, di come mi parlava con quella voce così melodiosa.
“Sai..”-iniziò un discorso. “Mi ero preoccupato stamattina perché ti volevo fare una sorpresa e venirti a svegliarti, ma quando non ti ho trovata nel letto mi sono preoccupato..”
Non gli risposi subito. Mentre asciugavo un piatto molto lentamente optavo per due opzioni plausibili nei suoi confronti:
Era un maniaco? Ma che voleva? Mi voleva svegliare?
Seconda opzione, tutto il contrario. Era troppo gentile, troppo. E forse per svegliarmi mi avrebbe dato un bacio.
O l’una o l’altra, mi faceva rabbrividire entrambe.
Quando finimmo andai in salotto e iniziai a guardare la televisione. Mi sentivo sottopressione.
Iniziai a mandare SMS alle mie amiche per salutarle. Non le sentivo praticamente mai e mi rattristava molto.
“Hey..” Guardai Chad. Era davanti di me e, a differenza di prima, ora era pettinato e vestito bene.
Profumava. “Senti, vuoi uscire con me?”
“Pupum” . Il mio cuore scoppiò. Una specie di appuntamento! Non ci credevo.
“Sta..stai dicendo sul serio?” Lo guardai chiedendomi se era vero.
“Ma certo..” Mi accarezzò una guancia e io diventai rossa.
“Eh..si ok..” La mia voce non ne era del tutto certa, ma nessuno mi poteva impedire di uscire con lui. “Devi darmi il tempo di prepararmi però”.
Lui mi rispose con un semplice “D’accordo” e si sedette vicino a me sul divano.
Io mi alzai e, stordita, mi diressi in camera.
“Come mi vesto!!” Stavo urlando.
Il letto era ormai sommerso da tutti i vestiti ed ero lì disperata che non sapevo cosa indossare. Poi però trovai. Jeans stretti e una magliettina viola. Semplice, ma bello.
Mi pettinai e successivamente mi lisciai i capelli con la piastra.
Il solito trucco ed ero pronta. Dovetti mettere tutto apposto altrimenti, per la fine della settimana, il bagno sarebbe diventato un immondezzaio.
Quando arrivai in salotto Chad mi guardò dalla testa ai piedi.
Sembrava adularmi. E a me scappò un sorrisetto.
Matt però sembrava non capire.
“Veronica, dove vai?”
Io gli dissi la pura verità.
“Io e Chad andiamo a fare un giretto”-gli sorrisi e gli chiesi: “Come sto?”
“Oh..Benissimo” Ricambiò il sorriso, ma sembrava che sospettasse ancora qualcosa.
Così gli diedi un bacetto sulla guancia. Chad ci stava guardando, bene si sarebbe ingelosito.
Mi veniva troppo da ridere, erano le prede nella mia ragnatela.
Tutto quello che facevo, comportava qualcosa.
Uscimmo dalla porta e io iniziai a ridere perché Chad aveva messo il muso.
Non ci potevo credere. Quella giornata era iniziata in un modo stranissimo e si prospettava altrettanto uguale il pomeriggio.
Salimmo in macchina. Mio fratello aveva un’automobile piccola, le solite auto ereditate dai genitori, vecchie. Era la prima volta che ci salivo assieme e mi sentivo un po’ disagio.
“Come mai questa decisione, fratellino?”-mi piaceva fargli notare questa cosa, che noi eravamo fratelli, non se lo doveva dimenticare.
“Andiamo un po’ lontani, sorellina.”
“Perché lontani? Che vuoi fare?”
“Be..questa è una sorpresa..”. ero a bocca aperta, ma che cavolo voleva fare?
Accese la radio e insieme iniziammo a cantare a squarciagola. Mi stavo divertendo tantissimo e mentre passava il tempo non mi ero accorta di dove eravamo giunti.
Era un paese di cui non avevo mai sentito nominare e, abituata alle grandi metropoli, mi sembrava un “buchetto”. Si così lo definirei.
Guardai Chad sospettosa.
“Vedrai..”-non ce la facevo più ad aspettare. L’unica cosa che mi faceva andare avanti era il sole, la giornata sarebbe stata bella.

Finalmente scesi dall’auto insieme a lui.
Mi prese la mano e in quel momento mi si accese una lampadina.
Un paese sconosciuto, nessuno che ci conosce, possiamo fare tutto quello che vogliamo!
“Ci sei già stato qui?”
“Qualche volta”-mi rispose. Ma non volevo sapere in compagnia di chi.
Alcuni passi più in là c’era un gran parco, sommerso da fiori.
“Che bello!”
Lui rise. Andai a sedermi su una panchina e lui mi seguì.
Si sedette. Piano piano si avvicinò. “Forse non te ne sei accorta..ma qui, posso farti quello che voglio..come una coppia normale”.
Ero felicissima e il mio cuore batteva all’impazzata.
Le sue labbra si avvicinarono alle mie e per la prima volta ci baciammo, come dire, in pubblico.
Era un traguardo sicuramente..di come il nostro amore avrebbe potuto continuare anche se difficilmente..
“Ti amo”-non sapevo cosa aggiungere.
“Ridimmelo”.
“Ti amo, adesso e per sempre”.
“Sai..non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato, che tutti i miei sogni si sarebbero avverati,
Vero tu sei il mio giorno e la mia notte, sei tutto per me..ti prego..non lasciarmi mai, proprio mai..”

*
Alle sue parole stavo per scoppiare a piangere. Chad poteva essere duro quanto desiderava, ma quando era dolce trasmetteva qualcosa di incomprensibile.
Gli accarezzai la guancia fredda, provavo una strana compassione per lui..
Avrebbe sofferto così tanto per questa nostra relazione inaccettabile, forse era tutta colpa mia ma d’altronde anche lui mi amava..forse un giorno si sarebbe dichiarato se non lo avessi fatto prima io.
Ci guardammo negli occhi mentre il sole mi colpiva in viso.
Mi prese la mano e la avvicinò al suo cuore.
“Senti? Questo è il mio cuore che batte forte..forte solo per te,
se tu non esistessi io probabilmente non sarei così felice, avrei trovato qualcun altro, è vero..
ma nessuno mi avrebbe mai dato questa felicità..”
I battiti del suo cuore aumentavano. Ero veramente io che provocavo tutto questo?
Si mi amava veramente e questa ne fu la prova.
Stavo diventando dipendente della mia luce, del suo odore, del suo comportamento da mascalzone ma nello stesso tempo dolce e soprattutto perché lo faceva solo con me. Eravamo sempre stati così vicini ma solo in questi momenti, quando non avrei mai creduto di stare insieme a lui, il mio amore cresceva e provavo un affetto troppo grande che il cuore mi stava per scoppiare..
Non volevo toccarlo, mi bastava guardarlo, sentire la sua inconfondibile voce, di una vita.
Non volevo piangere..che figura avrei fatto?
Si avvicinò nuovamente al mio collo.
Che stava facendo?
Poi sentii qualcosa di strano. “Oh..”
Quando si tolse mi disse: “ Questo è un segno.. e con questo segno tu sei definitivamente mia”.
Allora capii..mi aveva fatto un succhiotto. Toccai la parte interessata e non sentivo dolore o cose strane, ma bensì dolcezza..e amore.
Come avrei trattenuto le lacrime se faceva tutto questo per me?
In volto era serissimo, non scherzava come al solito e io non potevo pensare altro ai suoi gesti.
“Allora non dici niente?”
Io..be in realtà stavo svenendo davanti al suo sguardo. “Si..anch’io ho un regalino per te”.
Non lo avrei mai fatto se non fosse stata una persona così speciale: mi avvicinai al suo collo e feci la stessa cosa. Prima di tutto, però, annusai la sua pelle. Aveva un odore particolare, ricordava la fragola, chissà perché sapeva sempre vagamente di quel frutto. “Il suo odore naturale, favoloso”-
pensai.
Feci proprio quella cosa e lui sembrava sorpreso, forse dal mio comportamento.
Ma era proprio grazie a lui che scoprii un altro lato di me.
Con la mano mi accarezzò i capelli, delicatamente, come se stesse pettinando qualcosa.
E io sapevo cosa. Me l’aveva già detto..io ero il suo orsacchiotto prezioso.
Fortunatamente non eravamo in una zona popolata da molta gente, effettivamente giravano quattro gatti e perciò non mi vergognavo delle mie azioni.
Quando mi allontanai dal suo collo, strusciai il mio naso contro il suo, ma, come se non potesse resistere, mi baciò, con quelle labbra che ormai conoscevo fin troppo bene. Non le avrei abbandonate per nulla al mondo.
Non volevo nemmeno più togliermi, avrei voluto che quel momento rimanesse per sempre.
Ma quando il sole iniziò a scendere ci alzammo dalla panchina e, gentilmente, mi offrì un gelato.
Optai per la coppetta: le mani mi tremavano così tanto che avevo paura che mi cadesse tutto sulla strada. Verso le 5 il paesino si popolò, tantissimi turisti curiosi con macchinette fotografiche legate al collo.
Forse era giunto il momento di tornare a casa. La giornata era stata così spettacolarmente bella che non volevo andarmene. Prima di risalire in auto, Chad si affrettò correndo, tornando al parco di prima. Mi disse di chiudere gli occhi e così feci.
Tornò e mi diedi un bacio in fronte. “Tieni”
Era un fiore. Il fiore. Avrebbe segnato quella giornata nella mia mente, ma soprattutto nel mio cuore.
Lo abbracciai a lungo e poi, di malavoglia, risalimmo in macchina.
Il cuore ritornò a palpitare, non per l’emozione stavolta, ma per Matt.
Povero tesoro.
Mi faceva così pena, se quella volta non gli avessi dato quel maledetto bacio, non lo avrei mai fatto soffrire, purtroppo in quel momento non sapevo ancora cosa avrebbe comportato.
Non potevi dire di amare anche lui, non lo conoscevo affatto. Se io gli avevo raccontato tutto di me, lui non aveva, però, mai aperto bocca.

“Eccociii!!” Varcai la porta cercando di essere tranquilla, non pensare a quella giornata, avrei destato sospetti.
Nascosi il fiore sotto la maglietta e andai in camera.
Un fiore così piccolo non sarebbe durato nell’acqua, così lo misi all’interno di un libro, nell’attesa della seccatura.
Mi buttai sul letto felicissima. Chad aveva avuto veramente un ottima idea.
Era il mio primo appuntamento con un ragazzo e chi poteva essere il miglior ragazzo se non il mio?
Ma..lui era il mio ragazzo?
Non mi ero mai posta quella domanda. Inizia a sentire un dolore allo stomaco ed era decisamente tristezza.
No, lui non era il mio ragazzo, ma solamente “lui”.
“Lui ed io”. Sospirai.
Ero veramente distrutta, non riuscivo a muovermi, avevo passato così tante emozioni tutte in un colpo che il mio corpo non aveva retto alla perfezione.
Mi cambiai subito dopo e uscii dalla cameretta.
Matt stava guardando la tv in salotto mentre Chad era in cucina e tracannava la coca cola dalla lattina, lo guardai male, il solito rozzo di famiglia..
Da chi dovevo andare? “Chad o Matt?”-pensai.
Matt mi stava guardando di sottecchi e, forse, sperava che andassi da lui; poi lo guardai, non c’era un forse, lo desiderava proprio.
Così senza tanti ripensamenti mi ci sedetti vicino.
“Hey ciao..”
Ah caspita, da quando in qua aveva quella voce così suadente? Ma soprattutto così familiare?
La testa si stava riempiendo di interrogativi a cui non c’erano risposte.
“C..ciao..” Gli sorrisi. Era inevitabile non sorridergli.
“Che guardi?” –cercai di instaurare una conversazione, forse, avrei saputo qualcosina di più sul suo conto.
“Sto guardando un film di guerra, che figo!”
Molto utile direi, gli piaceva la guerra, di certo non era uno psicopatico per questo.
“Anche a me piace..”
“Ah si!!?
Wow! Una ragazza a cui piacciono i film di guerra!”
Che felicità!” Non avevo detto niente di speciale!
“Ma dimmi..a cosa ti servirebbero precisamente i soldi di questo lavoro così palloso?”-cambiai discorso.
Mi guardò storto. “Prima di tutto questo lavoro non è palloso..e sai perché?”
Non mi lasciò rispondere. Continuò a bassa voce: “Ovviamente perché ci sei tu..”
Uffa..non si era dimenticato di me..proprio no.
Sembrava ci fosse un filo invisibile che ci unisse e lui non lo voleva strappare..e
Purtroppo nemmeno io.
Ma non potevamo essere semplicemente amici?
Mi risposi da sola. No. La nostra strana storia era iniziata da una chiacchierata, poi un bacio.
Amici, proprio no.
Fui interrotta dalla voce di Chad.
“Vero..stasera non mangio a casa..mi dispiace, avevo promesso ai miei amici che ci sarei uscito assieme”. Mi fece cenno di alzarmi e io mi avvicinai.
Si avvicinò al mio orecchio e mi disse: “Mi raccomando..mi fido di te”.






12-AIUTO

Il pomeriggio stava passando inesorabilmente noioso.
Ero in camera mia, distesa sul letto; ripensavo alle parole di Chad.
“mi fido di te”-una giornata passata insieme, e pensava ancora che l’avrei potuto tradire in qualche modo?
Matt mi avrebbe lasciato stare, non sapevo come.
Ma purtroppo sapevo anche che, quel filo che ci univa, era troppo resistente.
Decisi di parlarci ancora, durante la sera.
Volevo conoscerlo bene, per fidarmi di lui soprattutto.
Quando pensai fosse giunta l’ora di cena, andai in cucina.
Oh..che buono!-notai un piatto al mio posto.
“Patatine e wurstel, si bene, ingrassiamo ancora un po’”-pensai.
“Sei stato molto gentile Ch..cioè, Matt”.
Mi guardò incuriosito. “Be, speravo di farti felice!”
Ci risiamo. “Si infatti ci sei riuscito!”
Mangiai silenziosamente, fissando la televisione.
Avevo la netta sensazione che mi stesse fissando e cercavo in tutti i modi di non farci caso.
Squillò il cellulare e risposi.
“Pronto?”
“Ciao Veronica! Sono Elisabeth!”
“Oh..eli! E’ da tanto che non ci sentiamo, scusa!”-mi ero letteralmente dimenticata, altroché, che amica. “Sono successe talmente tante cose..”
Guardai Matt, non erano affari suoi. Mi alzai, gli feci un cenno e andai in salotto.
“Come va con Chad avete chiarito?”
Alle sue parole arrossai. “Si..meglio di quanto credi..”
“Vero..non mi dire che avete fatto qualcosa….”
“No quello!”-sbottai.
La sentii ridere dall’altra parte della cornetta.
“Sembrava..”
“Invece no e nemmeno ci penso adesso, lo sai te l’ho detto cento volte!”
“Ok..tranquilla, raccontami tutto”.
Mi venne un’idea: “Che ne dici di venire qui a casa mia stasera? Ti racconterò tutto per filo e per segno..”
Non sentii immediatamente la sua voce, pensai che stesse chiedendo a sua madre.
“Si ok, posso venire, voglio sapere tutto!”
“Certo..e avrai anche una bella sorpresa..”
“Che sorpr..”
“Ciaoooo!” Terminai la comunicazione.
Adesso avrebbe iniziato a pensare solo alla sorpresa e al cento per cento sarebbe venuta.
Non volevo rimanere da sola con Matt, anzi, non volevo farci niente per mantenere quella “promessa” a Chad. Si doveva fidare di me, si.
Ritornai in cucina, Matt aveva finito di mangiare e mi sentii imbarazzata per averlo lasciato li.
“Scusa..”-dissi.
“Di niente, piccola”
Lo guardai. Gli occhi fuori dalle orbite. Piccola?
Ma soprattutto non per il “soprannome” in se: se mi avesse chiamato così anche con Chad?
Già Chad..lui non sapeva niente.
Avevo capito però una cosa: si era accorto di qualcosa..quel “Mi fido di te” non era rassicurante.
Sentii un colpo di tosse. Alzai gli occhi e mi accorsi che ero rimasta diversi minuti con la bocca aperta mentre cercavo di infilare nella bocca il pezzetto di wurstel
“Scusa..”-risi. Sto pensando. “Ah si, stasera verrà una mia amica, si chiama Eli..spero che farete amicizia..” –gli sorrisi e tornai al piatto.
“Be..non so sa sarà carina come te..”
Ma quelle frecciatine da dove venivano? Quando l’avevo conosciuto non era così..malizioso?
“Be..vedremo”-gli risposi. Finito me ne andai. Lui il baby-sitter, lui pulisce.
*
Suonò il campanello. Uscii dalla camera. “Eccola!”
Aprii la porta di casa e l’abbracciai forte. “Ciao Eli!!”
“Ciao Vero! Mi sei mancata!” –si avvicinò all’orecchio-“Quella sorpresa?”
Si era accorta di Matt. “Si!!”-abbassai ancora la voce-“ti piace un po’?”
La sentii sospirare. “Non è per niente male!”
Già non era per niente male Matt..sembrava un angelo..intanto il gioco era fatto. Ora Matt doveva accorgersi di lei, così finalmente mi sarei sbarazzata di lui.
Un nodo allo stomaco mi assalì. Era quello che volevo veramente?
Mi ero stancata di quei conflitti nella testa. Io amavo Chad!
Presentai Matt a Elisabeth e sentii l’aria elettrica. Sorrisi istintivamente.
Andammo tutti quanti in salotto e Matt accese la tv.
Stavamo parlando. La voce di Eli era troppo entusiasta, gli piaceva proprio.
Mi arrivò un messaggio e guardai il display.
Nome: Chad
Testo: Ti amo.
Quel testo..così corto, mi aveva fermato il cuore.
Lo amavo anch’io si quello era certo.
Decisi però di non rispondergli.
Erano le 22 circa e decisi di andare a bere qualcosa.
Mi ero accorta che qualche volta la mia best mi guardava con degli occhi indagatori, lei infatti era venuta per sapere gli affari miei e non per flirtare con Matt, ma ormai..dopo varie discussioni se ne era dimenticata. Quell’angelo aveva un potere..ti incantava con le sue parole e dopo inesorabilmente, cadevi nella sua trappola.
Mi alzai e andai in cucina, cercai di metterci il più possibile, per lasciarli da soli.
Ma ogni volta sentivo quella morsa nello stomaco, ero una masochista: soffrivo apposta. Io non dovevo avere nulla a che fare con Matt, ma non era così facile.
Non avrei mai pensato alla mia reazione, quando tornai in salotto.
Trovai Elisabeth, si la mia CARA, DOLCE Eli sopra di lui.
Matt la stava..palpando? Non capivo, quello che vedetti bene erano le loro bocche incollate.
Mollai un urlo di rabbia. Scattarono come due bombe e si girarono dalla mia parte. In quel momento non avevo idea di che faccia avevo..forse sembravo il diavolo..già avrei fatto soffrire quell’angelo di merda! Corsi in camera..non saprei descrivere quella furia.
Dovevo rompere qualcosa..assolutamente, altrimenti mi sarei strappata tutti i capelli. Presi la prima cosa che trovai e la buttai a terra. L’avevo rotta, a pezzi, ma non mi interessava cos’era.
Sentivo la morsa ancora lì, non mi abbandonava.
Mi distesi sul letto. Non era quello che volevo? Di sbarazzarmi di lui? Non era così?
Lo volevo fuori dalla mia vita, no? Ma perché ora soffrivo in quella maniera!
Presi un pupazzo e iniziai a sbatterlo sul cuscino e iniziai a dire Chad così tante volte che mi era venuta mal di testa.
Sentii bussare la porta. “ Che cazzo vuoi?”- e finii la frase con un: chiunque tu sia a bassa voce.
“Vattene, anzi vai da quell’altro”-non sapevo con chi stavo parlando, magari avevo sbagliato persino sesso..
Ma la cosa più..fastidiosa era il modo in cui era riuscito a prendersela..un’ora? Due? Non aveva importanza, erano poche in qualsiasi caso.
Uscii dalla camera, andai addosso a quello..e mi diressi in camera di Chad.
Sapevo che le nascondeva da qualche parte..ma dove?
Frugai nei cassetti e finalmente le trovai. Un pacchetto di sigarette, ero così nervosa che dovevo fumarne una.. e magari mi sarei concentrata e non sarei più impazzita.
Non avevo mai fumato prima, ma sapevo esattamente come fare. A scuola fumava così tanta gente..trovai anche l’accendino fortunatamente, tornai in camera, mi chiusi a chiave e mi sedetti sul letto. Potevo fumare in casa, tanto i miei non c’erano..se avessi voluto avrei potuto anche fare una festa..chi lo sa.
Il primo tiro mi fece maledettamente ribrezzo..era fumo, non vaniglia.
Quando arrivai al terzo tentativo mi ero abituata e iniziai a concentrarmi. Il fumo aleggiava nella stanza, mi usciva dal naso e mi entrava nella bocca quando inspiravo.
Che situazione strana..ma per fortuna mi stavo calmando.
La mia “amica” se ne era andata o no? Si..sicuramente,
Sentii un brivido sulla schiena.. stavo impazzendo.
Il fatto era che non c’era una domanda del tipo: chi devo scegliere, perché sapevo che la mia vita, il mio futuro era lui, mio fratello, avremmo combattuto insieme i pregiudizi. Si quello era ovvio. Ma poi, nel mio cuore c’era un altro piccolo posticino in cui c’era Matt.
Era entrato nella mia vita così velocemente che non mi accorsi di quanto gli volevo bene.
Volevo bene a quel suo viso, a quel modo di parlare, a quell’entusiasmo per quelle piccole cose.
Si, non sapevo chi era, cosa faceva, ma forse la cosa più bella era proprio il fatto di essermene infatuata non sapendo niente di lui, così avrei apprezzato solo quello che conoscevo.
La maniglia si abbassò e la qualsiasi persona dietro alla porta si accorse che era chiusa a chiave.
“Apri, subito Vero!”-Matt..chi sennò?
Risi. Non una risata di felicità, era isterica. Decisi comunque di aprire.
Quando nella sua furia, Matt riuscì ad entrare per poco non cadeva e, appunto, per non farlo si appoggiò su di me. Io nella mano destra avevo ancora la sigaretta.
I suoi occhi blu erano a pochi centimetri dai miei. Ero dannata, una stupida dannata che alla fine avrebbe sofferto più di tutti.
Con un filo di voce mi disse: “Se n’è andata”.
Il suo dolce profumo mi assalì, ma dovevo resistere, dovevo.
Pensavo continuamente che quello era un ordine non dovevo più commettere quello sbaglio.
Lo sbaglio di baciare altre labbra se non quelle di Chad.
La prima volta era stata uno sbaglio, una cosa improvvisa, ma se in quel momento lo avessimo fatto nuovamente non sarebbe più stato uno sbaglio..ma un atto volontario.
Mi allontanai appena per fare ancora un tiro dalla sigaretta,quella sigaretta.
Quella sigaretta apparteneva a LUI, quindi, in un certo senso eravamo tutti e tre dentro camera mia.
La stavo tirando per le lunghe perché non sapevo che fare. Dentro di me c’era una lotta.
Mi accarezzò il viso. Non volevo sentire assolutamente niente di quello che aveva da dire.
I fatti dicevano tutto, non c’era niente sa spiegare, che lui fosse stato baciato o che fosse stata sua la scelta, non mi importava. Era successo fine.
Buttai fuori il fumo direttamente sulla sua faccia e, colta di sorpresa, non si tolse nemmeno!
“Ti prego..”-continuava a dire frasi smorzate, come se stesse per morire.
Allora decisi di parlare.
“Cosa vuoi?”-scandii le parole. Ero arrabbiata, anzi furiosa.
“Io..non me lo so spiegare..non volevo”
E prima che iniziasse il suo bel mega discorso già premeditato dissi: “Non me ne frega niente”.
Mi prese il braccio. “Sicura? E allora perché sei schizzata? Non saprei che altro termine usare Veronica! Non te ne frega eh? Allora? Dimmelo!!!”
Iniziò a stringermelo con forza e iniziò a farmi male. “Matt, ti prego smettila! Mi fai male!”
Non mi ascoltava, sembrava in una sorta di mondo parallelo dove solo la risposta che gli interessava lo avrebbe fatto tornare nella mia stanza, allora iniziai ad urlare: “ NON LO SO!!”
“Come non lo sai? Perché mi dici cazzate!! Vero dimmelo! Ti piaccio almeno un po’?”
Si avvicinò alle mie labbra con violenza, non come la prima volta e iniziai a piangere, ma lui, ah..era ancora in quel mondo.
Cercò di infilare con forza la lingua nella mia bocca. All’inizio non volevo..ma alla fine lo lasciai fare, se non partecipavo..era come se non avessi fatto niente.
Si accorse che non lo volevo baciare allora mi prese con tutte e due le mani, la sigaretta cadde e mi tirò vicino a lui. Voleva che cedessi, lo bramava e io avevo veramente paura..
Stavo piangendo e mentre mi dimenavo per staccarmi da lui, la sua lingua continuava a forzarmi.
No..assolutamente..quello era il vero angelo? Era così cattivo? Così violento?
Allora no, ero scioccata e non sapevo cosa fare oltre a piangere..
Speravo che Chad arrivasse, stavo pregando Dio..quelle poche volte che lo facevo..pretendevo che mi aiutasse.
Una delle sue mani si spostò sulla mia maglietta, lasciandomi il braccio libero.
Provai a muoverlo, ma non ci riuscivo..Capii..ero così terrorizzata che mi ero praticamente paralizzata. Cosa aveva intenzione di fare? Inizialmente non capivo..ero troppo spaventata.
Poi finalmente si staccò. Quasi sospirai..purtroppo passò al mio collo, iniziò a morderlo..
Finalmente riuscii a parlare: “No…”
Un sibilo..non si capì niente..continuò ancora fino a quando non mi tolse la maglietta.
Afferrai. Era così orribile la cosa che mi stava facendo che non volevo pensare nemmeno alla parola che lo definiva.
“Lasciami..”-quello però che le mie orecchie sentirono fu un: assmi..
Continuavo a piangere, ma perché non mi lasciava andare? Perché non capiva che mi stava spaventando? Anzi..che stavo morendo di paura?
Persi tutta la cotta che avevo per lui, ora provavo solo odio e terrore.
Come avevano fatto i miei genitori a fidarsi di un ventenne? Come mi domandai più avanti diverse volte. Avrei preferito cento volte una vecchietta cuci-maglia.
Finalmente il mio desiderio si avverò. Sentii la chiave girare la toppa. Ma diversamente da me, Matt non si era accorto di niente..anzi..era passato giù e mi stava abbassando la cerniera.
Quando sentii la porta aprirsi, con tutto il fiato che avevo dentro urlai quanto potevo.
Mollai un urlo straziato, ma per fortuna anche potente che sentii i suoi passi arrivare.
Matt mi stava togliendo i pantaloni, ma Chad, mi aveva dato la forza, l’adrenalina e riuscii a tirare un calcio a quella faccia.
Chad arrivò correndo in camera mia, io iniziai a piangere più forte, finalmente, finalmente.
E Matt? Si alzò appena. Era pazzo veramente.
Riuscii ad urlare di nuovo. E Chad..
Si scaraventò verso di lui e lo fece sbattere sull’armadio.
Iniziò a tirargli pugni in faccia, così tanti che persi il conto.
Intanto diceva parole del tipo: “Stronzo! Che cazzo le facevi?- oppure “Ti uccido!”
E io come una bambola me ne stavo lì a piangere, spaventata come mai prima.
Il naso di Matt era coperto del suo stesso sangue, mentre la furia di Chad lo uccideva.
In quel momento mi punii per aver pensato tutte quelle volte a quel pezzo di..
Mi aveva rovinato la mini-vacanza e per di più io e Chad ci eravamo allontanati.
Le lacrime continuavano a rigarmi il viso, doveva fargliela pagare..ma, non ucciderlo.
No, non doveva in un futuro soffrire in gattabuia per colpa di un molestatore, la parola più adatta a descrivere Matt. O uno psicopatico. Mi avvicinai alla spalla di Chad, ancora impegnata e dissi con un filo di voce: “Non ucciderlo, ti prego”. Così smise, ma se lo caricò in spalla, come un sacco di patate e lo buttò per terra nel corridoio. Gli mollò un altro calcio.
Poi..lentamente ritornò da me. Non sapevo più come trattenermi e corsi verso di lui piangendo.
Mi accolse a braccia aperte e iniziò a coccolarmi come se fossi stata il suo oggetto più prezioso.
Continuavo a piangere e non riuscivo a smettere, il chiodo fisso era che: se non fosse arrivato giusto in quel momento..Be..Matt avrebbe fatto quello che voleva fare.
Continuai a ripetere il nome del mio salvatore tra singhiozzi incontrollabili.
“Chad amore mio..grazie, grazie!”-ero scioccata.
“Io..io..non riesco a dire altro! Sono..Matt..” e iniziai ad urlare. Tutta la paura che avevo trattenuto mentre quelle brutte mani mi toccavano, uscì dal mio corpo.
Mio fratello non era spaventato, aveva dedotto cosa era successo e continuava ad abbracciarmi e darmi baci sulla guancia per calmarmi.
“Veronica..oh, non sai quanto sto soffrendo..non avrei ma dovuto lasciarti da sola con quel maniaco..perdonami amore mio..”-cosa? Stava piangendo anche lui, ma prima che replicassi in qualche modo continuò-“Sei la persona più speciale che ho..e ti ho trattata come una qualunque..lui..stava per..non oso pensare..quella cosa..la farai solo con la persona che desideri più al mondo..e ti ripeto..mi dispiace..troppo..del male che ti ho causato..tu..Vero..”
Mi lasciò andare con una mano per asciugarsi gli occhi. Io invece non riuscivo a staccarmi da lui.
Ero letteralmente terrorizzata. Riuscii a dire solo due parole: “Portalo via!”
Non volevo più vedere la sua faccia, doveva andarsene dalla mia mente.
Chad prese Matt e lo scaraventò in salotto, quello riusciva solo a mugugnare, cosparso di sangue e ferito com’era. Lo chiuse a chiave e ritornò da me.
Mi prese in braccio e mi portò in camera sua.
Chiusi gli occhi immediatamente e mi addormentai..sperando che, prima o poi, quell’esperienza l’avrei dimenticata.

13 SPAVENTOSO

Quando vorresti vivere felicemente nelle braccia della persona più importante della tua vita, tutto ti si ritorce contro. Persone estranee influiscono sulle tue azioni, sul tuo comportamento e sugli stati d’animo. Cerchi di trovare lo stesso le cose belle, ma nel tuo cuore, sai che non esistono. Combatti, cerchi di sopravvivere, ma sai che in qualsiasi caso succederà qualcosa di brutto..orribile.
Questo mi era successo. Uno sconosciuto mi aveva quasi violentata e non sapevo se prima o poi sarei tornata alla vita di tutti i giorni. Sarebbe potuta andare via subito quella malinconia che avevo in volto, gli occhi vuoti, inespressivi che mi avrebbero accompagnato per tutta la giornata seguente. Ma avrebbe potuto continuare per sempre, anche quando quegli stessi occhi avrebbero visto il colpevole rinchiuso in una prigione di cristallo, dove l’unico sostentamento erano le sue colpe; se si sarebbe pentito sarebbe morto.
No- a Matt non sarebbe successo niente. Io e Chad non avevamo le prove per incastrarlo e l’unica cosa che potevamo fare era quella di tenerlo chiuso da qualche parte fino all’arrivo dei miei genitori. Io desideravo tanto cacciarlo di casa, ma poi nessuno gliel’avrebbe fatta pagare veramente.
I pugni di Chad avevano sfamato quello psicopatico. Almeno nascondeva qualcosa, ero riuscita a percepirlo ma non ci avevo fatto troppo caso. Mille paranoie mi ero fatta. Il cibo? Era sano o ci aveva messo qualche sostanza? Magari droga..non ne avevo idea, ma quella piccola parte di me diceva ancora: “Lui è buono, buono”. Anche quella parte, si vede, era pazza.
Quando mi svegliai a causa di colpi ripetuti, capii che il terribile incubo nella mia mente era finito, ma un altro era appena iniziato. Tornai alla cruda realtà dove nella stessa casa in cui vivevo c’era ancora quella brutta persona. Non la volevo assolutamente vedere, avrei chiuso gli occhi alla sua vista.
Le braccia di Chad mi stringevano così forte che sentivo dolore, un dolore affettivo però.
Aveva paura che in qualche modo, l’anima nera in salotto sarebbe stata capace di uscire e farmi ancora del male.
Tornai a piangere..solo pochi giorni fa quelle lacrime mi avevano bagnato il viso per Chad..se solo fossi stata dell’umore adatto mi sarei anche messa a ridere.
Sospirai e Chad si svegliò. Con un filo di voce mi disse: “Buongiorno amore”.
Non avevo il coraggio di parlare così mi girai verso di lui e mi raggomitolai, appoggiandomi sul suo torace. Chad iniziò ad accarezzarmi così lentamente e delicatamente..sapevo che aveva sofferto anche lui per la storia della sera prima..aveva paura di farmi del male..lo sentivo dalle mani.
Continuò: “Non ti toglierò gli occhi di dosso oggi, a costo di venire in bagno con te”-era protettivo, ed ero contenta. Almeno non mi avrebbe lasciata mai.
Così riuscii a parlare: “ Grazie Chad..”-ma appena sentii la mia voce, la voce di una ragazzina scioccata, ritornai a piangere rumorosamente. “Perché a me! Dimmelo!”
E in men che non si dica gli dissi quello che era successo tra me e Matt quella sera del bacio. Mi sentivo troppo in colpa e, dopo che l’aveva picchiato per bene, ero in dovere di confessargli tutto.
“Non volevo te lo giuro! Era come se..se mi avesse incantato in qualche maniera! E poi io e te avevamo litigato! Mi sentivo sola e abbandonata ad uno sconosciuto! Ma per piacere perdonami, ti chiedo scusa..se lo desideri mi metterò in ginocchio, ma facciamo finta che non sia successo niente! Io..io lo odio capisci? Non provo assolutamente niente per lui!”-tra i singhiozzi cercai di farmi capire.
Chad all’inizio non disse nulla e avevo paura di averla fatta grossa.
Poi..mi prese il mento e avvicinò il mio viso al suo e mi schioccò un bacio sulle labbra.
Un tenero bacio per un’anima ancora terrorizzata.
“Ti perdono..ma non farlo mai più Vero..promettimelo”.
“Te lo giuro amore mio..mai più..”-per fortuna. Forse aveva capito in che condizione ero e non voleva fare tanti casini-“Grazie”.
Gli sorrisi, lui ricambiò. Nei suoi occhi vidi una possibilità di uscita da quelle condizioni e lo abbracciai ancora, distesi sul letto.
“Ora cosa fare..mo?”-domandai incerta.
“Aspettiamo mamma e papà”-aveva la voce roca, di chi stava passando un periodo di influenza.
“Questo è il quinto giorno mi pare..quindi arriveranno fra poco..ma lo stesso..io non riesco a vivere in questa casa se c’è lui, ok?”-lo guardai con degli imploranti.
“Vero cosa dovrei fare io? Se hai qualche suggerimento ti ascolto volentieri..non pensare che io sia chissà chi e le cose mi vengono fuori così..”.
“Scusa perdonami…Ah”. Un raggio di sole mi aveva colpito in pieno viso-“E’ possibile che ci sia sempre bel tempo?!”
Scoppiò in una risata: “Cosa c’è, il sole ti incenerisce?”-mi diede un bacio sulla guancia e si alzò.
Caro, cercava di risollevarmi il morale. Iniziai ad ammirarlo.
Aprì l’armadio e si infilò una maglietta a caso che, chissà perché, gli stava da Dio.
Quando arrivò alla maniglia esclamai: “Chad..”
“Tranquilla..torno subito”.
Che cosa voleva fare?
Forse sarebbe andato a vedere di Matt, lo avrebbe dissetato, non lo avremmo fatto morire.
Ci mancava altro.
Non potevo nemmeno chiamare i miei genitori, mi avevano espressamente detto di non disturbarli.
Ma una chiamata da parte loro era troppo?
Tutto sommato eravamo veramente “piccoli”.
All’improvviso sentii un rumore brusco dal salotto. Dovevo andare a vedere? Forse era meglio, tanto Matt era mezzo morto..come dire..
Mi alzai di corsa dal letto, bloccandomi per una decina di secondi a causa della testa che mi girava.
Riacquistata la giusta visibilità ripresi a camminare. La fronte mi bruciava, forse avevo l’influenza.
Sussurrai: “Chad cosa c’è?”-andai verso il salotto e rimasi sorpresa nel non vedere nessuno.
“Ma cosa?”-mi domandai.
“Veronicaaaa”-Chad stava urlando. Erano in cucina!
“Chad cosa succ…?O MIO DIO!NO!”
I miei occhi videro uno spettacolo spaventoso. Matt, ancora coperto del suo stesso sangue, impugnava un coltello davanti alla faccia di mio fratello.
Stava cercando di liberarsi, ma dalla brutta sorpresa era più debole del solito.
Mi mancava il fiato e non sapevo cosa fare; seguii il mio istinto.
Iniziai a correre così forte verso Matt, tanto che, arrivatogli davanti, mi scaraventai sopra, buttandolo addosso alla parete. Il coltello era caduto non lontano da me e la paura stava prendendo il soprassalto.
“Tu, ma cosa credi di fare?”-avevo le mani intorno al suo collo e al minimo movimento lo avrai strozzato, avevo cambiato del tutto idea, se avesse fatto male al mio unico amore, lo avrei ammazzato seduta stante.
Lui non mi rispondeva, anzi mostrava un ghigno. Un animale pronto a mordere.
“Rispondimi brutto vigliacco! Che cazzo ti è preso? Quando ti abbiamo conosciuto non eri così! Merda!”. Le parole mi uscivano dalla bocca senza pensare, lo avrei ucciso.
“Hey..Veronica..”-canticchiò davanti ai miei occhi.
Faceva così paura che non sapevo veramente più che fare.
“Smettila!”-e perché Chad non mi aiutava?
“Non hai il coraggio, tesoro mio, non sei capace di uccidermi”-sottolineando le ultime parole.
No, in fin dei conti aveva ragione, ma di certo non glielo avrei mostrato.
Gli sputai in faccia.
“Vedo che fai la difficile Veronica, ma lo sai anche tu che non sono in trappola.
Avrei potuto liberarmi mille volte”. Sempre con quella canzoncina, da psicopatico.
“Smettila! Fallo allora perché non lo fai!!!”-iniziai a stringere con più vigore le mani al suo collo, ma rimasi di stucco.
Lui sorrise e con una mano staccò le mie dal suo collo. La sua espressione cambiò, completamente, diventò serissimo.
“Vedi?”-mi diede uno schiaffo-“sei inutile! Non sei capace di difendere nemmeno la persona che ami!!”.
Fu in quel momento che mi girai. Chad era svenuto, mentre del sangue copriva il suo braccio destro.
Iniziai ad urlare di rabbia. “NO!”
Pensai velocemente, come aveva fatto a ferirlo, se quando ero arrivata stavano ancora lottando?
Non finii il mio ragionamento che la sua mano mi strattonò i capelli.
“lasciameli andare!”-urlai, mi stava facendo un male atroce.
“Oh oh oh! Stavolta non ti ascolto più mio caro zuccherino”.
“Cosa hai fatto a mio fratello! Come hai potuto!!”-riuscii a liberarmi e potei girarmi, di fronte a lui- “sei in casa nostra, lo sai, chi ti ha dato il permesso di fare sto casino, eh?”.
Mi ci mettevo anche con il sarcasmo in quella situazione. Matt era proprio pazzo.
“Che intenzioni avevi!!”-mi rivolsi a lui con il tono di voce più isterico possibile.
“Ti stavo già osservando Veronica, da diverso tempo”-iniziò a ridere.
“Stai sc..scherzando vero?”-chiesi intimorita. Mi stava già osservando? Non volevo nemmeno pensarci.
“Oh..ma..chi lo sa!”-continuava a prendermi in giro..che stronzo.
Presi il coltello che si trovava a pochi metri da me e glielo puntai di fronte.
“Si o no Matt?”-chiesi. Ero io la pazza ora? No, era legittima difesa.
“No, stavo scherzando!”-per fortuna. Se la stava per fare nelle mutande il ragazzo.
“Ora, seguirai le mie istruzioni, Matt.
Primo: starai fermo qui mentre io chiamo la polizia.
Secondo: non ti farai mai più vedere
Terzo: muori all’inferno”.
Lo guardai con degli occhi odiosi. Non lo sopportavo più anzi. Ero persino fiera di me stessa, perché ero riuscita a ribaltare la situazione.
Chad intanto rinvenne e mi vide con il coltello in mano.
“Veronica cosa stai facendo?”-mi chiese ancora frastornato.
“Chiama la polizia immediatamente!”
Lui si alzò e corse verso il corridoio per prendere il telefono.
Matt iniziò a ridere. “Ma chi ti credi di essere?”.
Prese il coltello con le mani, facendomi sospirare, poi continuò: “Pensi di essere miss coraggiosa?”-mentre con l’intera mano scivolava sulla lama.
“Veloce Chad!”-urlai con tutta la voce possibile-“Chad!!”
Matt continuava a ridere. “Tu sei tutto pazzo!”-urlai.
Mio fratello arrivò velocemente. Io mi girai terrorizzata verso di lui.
Urlò.
Matt si alzò con il sangue gocciolante dalla mano. “Vi farò fuori prima che arrivi la polizia”.
“Non ci riuscirai stronzo, siamo due contro uno”-esclamò Chad.
“Non vuol dire niente. Io sono esperto”-ci sorrise.
*
Passarono diversi minuti prima dell’arrivo della polizia nei quali ci continuavamo a beccare e Matt ci minacciava col coltello.
I poliziotti aprirono la porta con diversi calci e puntarono la pistola davanti a Matt.
“Getta l’arma e metti le mani dietro la testa, muoviti!”
E finalmente…Matt si arrese, gettò il coltello a terra ed eseguì gli ordini del poliziotto.
Un altro si avvicinò. Matt provo per l’ennesima volta a scappare dalla sua situazione. Morse il collo del poliziotto così forte che gli stacco un pezzo di carne, ferendolo molto.
Quello gemette di dolore, ma continuò il suo compito. Chiuse le manette all’ormai arrestato e dissero: “Vi chiameremo per sapere la storia”, mentre dalla voce trapelava un dolore enorme.
“Non la passerete liscia! Ve la farò pagare!!”-disse Matt dimenandosi dalle braccia dei poliziotti.
Ma chi lo ascoltava più? Io ebbi ancora il coraggio di dirgli qualcosa: “morirai all’inferno, terzo punto”.


vi piace?? ^^
 
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pupazzo Kotori 4ever
view post Posted on 5/8/2009, 22:04




ma è bellissima *_*
 
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Princeton818;
view post Posted on 6/8/2009, 11:10




questo è il capitolo che mi mancava di postare e che ho scritto ^^

14 LA VERITA’

Il cellulare di Chad squillò, era ancora presto e ci guardammo preoccupati e ancora assonati.
Chad rispose e, dalla voce, capii che c’era da preoccuparsi.
Quando finì la chiamata, Chad mi guardò sbuffando.
Eravamo proprio sfortunati.
“Qual è il problema?”-chiesi pensierosa.
Iniziò a spiegarmi. “Era la mamma. Questa notte dovevano prendere l’aereo di ritorno. Avrebbero dovuto fare diversi scali, perciò il tempo per arrivare era lungo e dovevano partire addirittura un giorno prima”
Lo guardai interrogativa. “Quindi?”
“Il punto è che un aereo non è arrivato. Dicono che ci sono problemi con la compagnia e che il tempo non ha aiutato. Lì diluvia, perciò tutti i viaggi che dovevano prendere sono stati rimandati.
Non sanno come tornare a casa. Tutti i biglietti che avevano comprato..sperano che i soldi non vengano buttati all’aria..sarebbe una cosa..una perdita...
Staremo ancora a casa da soli, per non so quanto..forse altri giorni..”-si fermò un attimo per vedere come stavo reagendo alla brutta notizia.
Il mio cuore aveva iniziato a battere forte, volevo i miei genitori, mi mancavano e avevo bisogno di loro.
“No..ma..perchè? Chad perché succedono tutte a noi?!!”
Doveva continuare e non sembravano belle notizie.
“Non è finita qui orsacchiotto…domani penso che dovremmo andare dalla polizia..dobbiamo raccontare i fatti..l’hanno detto anche i poliziotti..
Oggi ci prendiamo un po’ di fiato, possiamo stare a casa, ma se vuoi anche uscire”.
“Chad..io non me la sento di uscire..ho un po’ di..paura.
So che non dovrei avercela, nessuno sano di mente”-e sottolineai la parola sano-“potrebbe farmi del male per strada, ma guardami..sono orribile, ho la faccia di un cadavere e mi sento male..non ce la fac..”.
Chad mi mise la mano davanti alla bocca. “Shh..tranquilla non ti servono scuse..staremo a casa insieme..Ti voglio troppo bene, sai?”
“Anche io”-il mio cuore però diceva ti amo.
Con molta fatica riuscimmo a prendere sonno e con le preoccupazioni che avevamo, c’era sempre quella sensazione, di pianto, che da un momento all’altro le lacrime sarebbero scese per la millesima volta. Dovevo resistere, per me, per tutti.
*
Il giorno dell’interrogatorio arrivò. Mi preparai il meglio possibile. Ero preoccupata. Che cosa avrei dovuto dire? Poi questo quesito trovò subito una risposta: la benedetta verità.
Anche Chad si era preparato al meglio, per dare una bella impressione.
Chiusi la porta a chiave e saliti in auto, ci dirigemmo verso il distretto.
Alla mente mi venne il ricordo di pochi giorni prima, al parco, una delle giornate più belle di tutta la mia vita.
Chad mi prese la mano. “Tutto apposto?”
Ed io con una voce smorzata risposi di si.
Il tragitto non era molto lungo. Fissai gli alberi piantati vicini..erano bellissimi.
Il sole splendeva alto nel cielo e la gente camminava tranquilla ai bordi della strada.
Arrivati a destinazione il mio cuore iniziò a tamburellare.
“Sono terrorizzata”-il volto di Matt era lì, fermo nella mia mente e non sapevo che fare.
Varcammo la porta e ci trovammo in una grande stanza soleggiata.
Personaggi loschi si aggiravano ammanettati, tenuti stretti dai poliziotti.
Le pareti erano bianche e spoglie, attraversate da crepe spaventose.
Ci dirigemmo alla reception.
Una signora di mezza età, seduta davanti ad una scrivania di legno, dall’aria costosa, ci squadrò da testa a piedi e poi parlò: “Buongiorno. Io sono Carmen, voi siete?”
Chad rispose: “ Chad e Veronica Larren”
“Siete qui per?-chiese con fare quotidiano. I riccioli neri svolazzanti erano raccolti in una coda, non elegante. Sembrava che lavorasse lì da una vita.
“Noi..dobbiamo..testimoniare per un fatto che è avvenuto l’altro ieri e..non sappiamo bene come funziona la procedura per questi avvenimenti. I nostri genitori sono all’estero in vacanza e.. la storia è lunga..
Tentato omicidio è l’accusa”.-Chad cercò di essere il più chiaro possibile.
La bocca di Carmen si arricciò. “E’ una cosa alquanto grave”.
Lui aggiunse: “ Uno dei poliziotti che è venuto ad arrestare be..quella persona, ci ha detto che avremmo dovuto spiegare i fatti”.
Carmen si alzò in piedi. “Attendete qui un momento, prego”.
Guardai la stanza con aria circospetta. “Sono preoccupata..”
“Non temere”-Chad mi prese per mano e la strinse.
Carmen ritornò con due uomini al suo fianco. Si presentarono uno dopo l’altro.
“Buongiorno, io sono Patrick Smith, un investigatore di questa questura.”
Poi l’altro fece lo stesso: “ Io sono Jim Quil, poliziotto, seguiteci prego”.
Ci guidarono in una piccola stanza quadrata.
Un tavolino era situato al centro, attorno al quale c’erano quattro semplici sedie di color bianco.
Le pareti erano spoglie. Ne quadri o altro. Mi sembrava ovvio, visto il posto in cui mi trovavo.
Il pavimento color noce era graffiato ovunque. Ci invitarono a rilassarci.
“Accomodatevi pure”.
Mi sedetti vicino a Chad, mentre i due poliziotti stavano di fronte a noi.
Uno dei due estrasse dalla tasca dei pantaloni un piccolo registratore, schiacciò il tasto rec e iniziò a parlare: “Le testimonianze di Matt Bass erano infondate, ovviamente avevamo per forza bisogno del vostro aiuto. Vi avremmo contattato al più presto, ma visto che siete venuti voi, vi ringraziamo.
Matt Bass ha la fedina penale pulita. E’ la prima volta che viene arrestato”.
Quindi aveva mentito! Non era un esperto di omicidi o cose simili, mentiva, mentiva!
Poi riprese: “Ora dovrete raccontarci tutto quello che è successo, tutto”
Iniziammo a spiegare. Dalla partenza dei nostri genitori, che sembrava così lontana all’arrivo di Matt. Di come era riuscito a stregarmi e di come aveva cercato di abusare di me.
Al tentato omicidio.
Mentre le parole uscivano dalla mia bocca mi sentivo sempre più male.
Non avevo più saliva ed ogni confessione era simile a uno scalino da salire, di una lunga scala, dove la cima era a chilometri di distanza.
Chad contribuiva a dare altri particolari al racconto, in modo da sembrare sinceri al massimo, cosa che era infatti.
A quel punto mi venne un dubbio, che mi fece rabbrividire di paura.
Ci avrebbero creduti? Chi potrebbe credere a due adolescenti? E i nostri genitori dov’erano? Erano all’oscuro di tutto, e a me mancavano.
E se Matt fosse uscito per mancanza di prove?
I poliziotti ascoltavano le nostre parole con attenzione.
Sembrava non volessero perdersi niente..come se fosse servito.
Alla fine, sia io che Chad eravamo quasi senza voce e, nell’attesa di una loro risposta, mi prese per mano.
Mi guardò e mi sorrise. Io contraccambiai, ma mi sentivo strana.
Il poliziotto spense il registratore e l’investigatore parlò: “Purtroppo la situazione è molto particolare. I momenti in cui siete stati vittime di tutto questo, sono sempre stati nell’ambito di casa. Dalla vostra testimonianza, abbiamo potuto trarre la conclusione che non avevate avuto un rapporto di amicizia o simile.
Se venisse messo in carcere per un tot di anni, sarebbe nostra la colpa”. Si alzò dalla sedia, si mise le mani in tasca e riprese: “Le uniche fonti che abbiamo sono le vostre. Mentre i poliziotti che lo hanno arrestato, come ci avete informati, lo hanno colto in flagranza, mentre era armato di un coltello.
Se fosse solo per quell’avvenimento del coltello, non starebbe in carcere più di qualche mese”.
Il mio cuore iniziò a pulsare forte, mentre le lacrime iniziavano a scendere, forse per la centesima volta in quella settimana.
Chad infuriato si alzò in piedi velocemente, spostando la sedia con un gran fracasso.
“Ma vi sembra giusto?Per fortuna mia sorella non è più traumatizzata, altrimenti sarebbe dovuta andare da uno psicologo! Come facciamo a sapere che quando uscirà, non verrà da noi per vendicarsi? Ci ha pure minacciati! È inammissibile!”
L’altro poliziotto cercò di consolarlo: “Senta giovanotto..è la legge, noi cercheremo di fare il nostro meglio, ma purtroppo non sappiamo con certezza quali saranno le conclusioni”.
Mi toccai la fronte con la mano, ero fuori di me, ma non lo feci vedere, per paura di qualche conseguenza.
Risposi semplicemente: “ Se volete la mia sofferenza, lasciatelo pure libero”.
Chad intervenne prontamente: “Ma Veronica questa non è la soluzione! Quel pazzo deve stare dietro le sbarre fino a quando si dimenticherà di te!”. Si passò una mano tra i capelli, era così nervoso che sarebbe stato capace di spezzare il tavolo in due.
“Adesso che succederà?”-chiesi preoccupata.
“La vostra storia ora c’è, ma..la sentenza spetterà ad un giudice, lo sapete. Essendo minorenni e avendo la vostra testimonianza registrata in questa cassetta, forse non servirà nemmeno la vostra presenza in tribunale, anche per evitarvi tutta questa confusione”.
-Forse è la cosa migliore -pensai.
“Se questo è tutto…”
Mi alzai debolmente, sentendo la testa pesante.
La vita è proprio un groviglio di emozioni..se fossero solo fantastiche, vivremmo tutti in una cupola. Le brutte arriverebbero in qualsiasi caso, c’è qualcuno lassù, forse, che ci vuole far soffrire, come se fossimo nati solo per quello.
L’investigatore mi guardò negli occhi, con pena.
Poi aggiunse: “C’è qualcos’altro…”.
Chad sbatté la mano sul tavolo e urlando, disse: “Cosa!?”
L’altro poliziotto parlò. “C’è la possibilità..se desiderate..di vedere l’imputato..”
Vedere Matt?
Il cuore, che ormai scoppiava, rispose con un lamento.
Chad mi guardò con fare interrogatorio.
“Voglio chiarire una volta per tutte..con lui..”
“Sarai chiusa in una stanza con lui, ma non preoccuparti, se succede qualcosa, o vuoi semplicemente uscire, basterà dirlo”-disse il poliziotto.
Io prima di rispondere guardai il mio sole, attendendo il consenso o meno.
Era una statua, fermo a pensare. Ero così curiosa di scoprire la sua ragnatela di pensieri..
“Puoi, ma ti prego..stai attenta..”

Mi diressi in quello stanzino, dall’aria lugubre.
Matt non si era accorto che ero entrata. Era seduto sulla sedia, a gambe incrociate.
Mi accorsi che aveva un alone attorno ad un occhio, non era un buon segno.
Provai pena per un attimo, poi scomparve.
Quando alzò la testa mi guardò serio. I suoi occhi azzurri..così profondi che mi avevano fatto innamorare per un semplice istante.
Pensai a Chad, posando la mano sul cuore. Mi stava aspettando alla reception, chissà..come si sentiva..io che andavo da quel bastardo.
In realtà non capivo nemmeno quello che volevo.
Un semplice chiarimento o qualcosa di più?
Ma proprio nell’istante che i suoi occhi incontrarono i miei, presi un colpo.
Non ce li aveva più da un ragazzo con seri problemi mentali..Ma un ragazzo normale, lo stesso che mi aveva baciato dopo poche ore dal nostro primo incontro.
Ma non avrei dovuto cedere in quel momento, sarei dovuta essere forte.
Mormorai un semplice “Ciao”.
Lui continuava a guardarmi. Nel viso si vedeva una repressione di uno strano sentimento..o forse di un qualcosa che voleva fare..stavolta però, c’erano tanti di quei poliziotti che non ne avrebbe avuto la forza.
Iniziò a canticchiare qualcosa, imbarazzato.
Io feci una smorfia. “Potresti..anche..salutarmi..”
“Perché dovrei?”-mi disse ridendo.
Accigliata risposi: “Sono venuta qui per te. Se non te ne sei accorto!”
Quelle parole non dovevano fraintendere niente di niente.
Ma era più forte di me! Come facevo a resistere a quel viso? E soprattutto a quella voce.
C’era…ero sicura, un groppo in gola, che man mano che il silenzio continuava, anche questo aumentava. Inghiottii saliva fino a quando non mi stufai.
“Hai intenzione di dirmi qualcosa oppure me ne devo andare?”
“A me basta anche solo la tua presenza, Veronica”
…..E adesso?
“Continua”-risposi.
Matt si sedette meglio e appoggiò le mani ammanettate al tavolino.
“Non so come spiegarmi”-si grattò la testa, con fare intimidito-“so che ormai non ho più speranze con te, ma in quel momento..quando ti ho stretto con la forza..non so che mi è preso.
Era come un modo per proteggerti.
Nah...Sembra un mare di frottole, Veronica, come faccio a spiegarti i miei sentimenti, se ho un groviglio nello stomaco che non mi fa pensare?”-finì la frase urlando, con fare pentito.
Stavo per scoppiare a piangere. “Sii forte, sii forte!”-continuavo a pensare.
“E non ti eri accorto che non volevo, eh?!
Non sai come mi sono sentita..
Un verme schiacciato da una semplice foglia!!”
Iniziai a toccarmi le braccia, come per riscaldarmi..e non sapevo più che dire.
“Ma io..Veronica..non so che mi è preso!”
“E tu pensi che una persona normale si comporti così?
Mi hai quasi violentato!!”-la voce ormai tremava.
Alzai il viso che avevo abbassato per tutto il tempo e vidi Matt piangere.
Nella mia testa c’era un misto di pena, ma anche di rabbia. Che faccia tosta aveva per piangermi davanti? Se c’era qualcuno che doveva sgorgare qualcosa dagli occhi ero solo io!
“Non..sai quanto mi sento in colpa! Mentre ho passato la notte, legato e ferito da tuo fratello, ho pianto come..come..”
Ma..mah..
Piegai la testa e continuai a guardarlo.
“Piangi, piangi tu!”-dissi disperata. Non avevamo ancora discusso dell’aggressione..
“E riguardo ieri..non ci sono commenti. Mi pento amaramente. Come vedi questa è la mia punizione..la galera..”
Io stavo ancora pensando al momento in cui aveva cercato di violentarmi.
Se non fosse successo nulla, forse in quel momento io mi sarei trovata nelle sue braccia e non in quelle di Chad. Tutte le preoccupazioni e i pregiudizi sarebbero caduti come un muro.

No. Che discorsi ASSURDI. L’unica persona che amavo era mio fratello.

Poi con la voce che tremava dissi: “Devo fare una cosa altrimenti scoppio”
Lui mi guardò perplesso.
Mi alzai con le gambe, anch’esse che tremavano, e mi avvicinai piano. Non che ci separassero così tanti metri, ma furono i secondi più lenti di tutta la mia vita.
Mi avvicinai mentre , mi guardava.
Sedendomi sulle sue gambe lo abbracciai così forte che non sapevo più che pensare.
Lui cercò di dire qualcosa, non facilitato dal mio braccio che gli copriva la bocca.
“Che stai facendo, Veronica?”
“Quello che avrei dovuto fare da più tempo”-e lo abbracciai così forte che sembrava un orsacchiotto.
Era solo un momento di debolezza che dopo mi sarebbe passato.
Gli sussurrai una cosa all’orecchio: “Hai ferito mio fratello e questo non te lo perdonerò mai”.
La sua barba corta mi grattò una guancia e disse: “Se fosse quella..la cosa peggiore che ho fatto..
Sono state tutte le mie azioni purtroppo..non so quante volte dovrò dirti scusa prima che tu mi perdoni..”.
E io lo rassicurai: “Ora non devi pensare a queste cose..pensa solo a me”.
Non sapevo se pentirmi o meno. Era così inspiegabile quello che sentivo dentro che..mi faceva morire.
“Sono egoista”-dissi alla fine.
Lui non rispose, era troppo concentrato ad apprezzare il mio odore, mentre mi bagnava il cappotto, disperato. Iniziai ad accarezzarlo, mentre il volto di mio fratello continuava a passarmi davanti.
Era arrivato il momento di dirgli addio per sempre?
Sempre stata indecisa nella mia vita e forse quella sarebbe stata la decisione più difficile.
Mi allontanai e lo guardai negli occhi. “Cosa pensi adesso?”-gli domandai.
Stranito, rimase zitto per un po’.
Non sa che rispondere-pensai.
Aspettai con pazienza per alcuni minuti, poi parlò: “La mia vita è stata sempre una battaglia, mio padre soprattutto non mi ha mai apprezzato e questo mi ha sempre demoralizzato. Non avevo soldi per l’università, il mondo era un intrico di rose con le spine, che in ogni situazione mi pungevano come aghi assassini. Poi quel giorno che ti ho vista per la prima volta, ho visto un angelo. Ho visto la cosa più bella di questo mondo, ho visto te”.
Le mie guance erano in fiamme ed ero senza parole. Lo guardavo in piedi. Era lì seduto davanti a me e i suoi occhi azzurri mi fissavano come se fossi una dea. Chi mai mi avrebbe trattato così?
Ma..lui mi aveva aggredita. Cosciente o meno delle sue azioni, mi aveva ferita dentro e per tutte le pene che poteva provare, questa era una cosa incancellabile. Lui aveva dei problemi e doveva curarli, ne ero certa. Presi la mia decisione: anche se fosse uscito dalla prigione, ero convinta che non mi avrebbe più fatto nulla. Lo potevo vedere dai suoi occhi e mi doleva così tanto che non sarebbe passato molto prima che me andassi e non lo avrei più rivisto.
“La settimana che ho passato con te è stata ricca di emozioni. Un barile di emozioni anzi”-risi-“i primi giorni sono stati indimenticabili..soprattutto il primo, non sai come sono stata felice quando mi baciasti, ma contemporaneamente mi sentivo terribilmente in colpa. La mia è una relazione strana, lo sai..”-poi guardai per terra.-“tu hai capito vero..che io amo mio fratello?”
Lui rise nervoso: “Si l’avevo capito..l’amore che prova per te è troppo forte per un semplice legame di parentela..”
Io ripresi il discorso: “Quando ti ho conosciuto, e mi dispiace dirlo, volevo dimenticarmi di lui. Mi aveva ferito e non potevo sopportarlo..Poi però ho notato in te una scintilla di..follia..E mi sono spaventata..ho cercato di allontanarmi il più delicatamente possibile, ma te sei scoppiato.
NON puoi capire cosa mi hai fatto provare. Nemmeno Chad l’ha capito..mi sono sentita una schifezza e il giorno dopo è stato ancora peggio..mi sembrava di stare in un film dell’orrore. E tu, Matt, eri il killer.
Ci hai fatto credere di essere un pazzo, maniaco, killer, molestatore..
Ed ora..piangi davanti al mio viso. E mi sembri così fragile che l’unica cosa che riesco a dirti è: Curati Matt, per te, per tutti. Quando sarai guarito..potrai cercarmi..potranno essere mesi..ma forse anche anni. Quindi..”
Lui mi prese il braccio e mi disse: “Non dimenticarti di me, Veronica..tu sei la mia vita”.
Mi allontanai velocemente, inciampando. Lui si alzò, non voleva guardarmi per l’ultima volta.
Con la mano mi accarezzò la guancia, mi baciò di sfuggita..Le sue lacrime mi bagnarono il viso.
Io lo abbracciai e gli sussurrai all’orecchio: “Non ti dimenticherò mai, tu sei stato l’unico a farmi sentire una regina, non una principessa, una vera regina..”-guardai per l’ultima volta quegli occhi da dio dell’olimpo e mi diressi alla porta.
Lo sentii correre, da dietro mi prese le mani incrociandole alle sue. “Per sempre”-mi disse.
Io bussai per farmi sentire e immediatamente mi aprirono. A bassa voce pronunciai le ultime parole: “Ciao Matt”.
*

Arrivai alla reception vedendo Chad e correndo in lacrime lo abbracciai.
Lui iniziò a sussurrami: “E’ tutto finito..E’ tutto finito amore mio”.
“Andiamo via Chad”-dissi.
“Volevo sentire solo questo”-ci alzammo e prendendomi per mano uscimmo.
Non mi sarei mai dimenticata di quegli occhi azzurri da mozzare il fiato..di quel sarcasmo che solo tu avevi..e di come mi hai fatto sentire bene..in quei primi giorni..

ERA FINITA. Matt..ancora oggi ti penso. Sei sempre nel mio cuore..anche se ci hai lasciato così..
 
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pupazzo Kotori 4ever
view post Posted on 6/8/2009, 13:28




Troppo bella *_* aspetto il cotinuo^^
 
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...*Terry*...
view post Posted on 10/8/2009, 11:21




ma che bella^^^
 
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_Pervinca_95
view post Posted on 4/7/2010, 05:42




stupenda *__* ho passato la notte a leggerla e adesso l'ho finita.. Complimenti davvero stupenda. Anche perchè io mi indentifico molto in questa Veronica siccome per mio fratello, che ha 21 anni mentre io 15 ho sempre provato un amore enorme. Forse è solo grande amore fraterno... forse no. Non lo mai capito...
Ancora complimenti e grazie per le grandi emozioni che mi hai fatto provare. Brava.
 
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~ P a t t y ~
view post Posted on 27/4/2011, 21:29




è...è... è stupenda sono rimasta a bocca aperta x la sua bellezza0.0
x continuarlo a leggerlo stavo veramente x menare mi fratello.se ci sar un continuo vorrei subito leggerlo
 
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6 replies since 12/1/2009, 14:25   290 views
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